The Crow - Il corvo, la recensione del remake del film del 1994

The Crow - Il corvo, la recensione del remake del film del 1994
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Pubblicazione: 05 settembre alle 17:02 La maledizione della creazione di un universo narrativo! È ciò che, in questi anni e in questo momento storico, gli studios americani pensano essere il segreto per trasformare un film in una proprietà intellettuale che possa dare origine a tanti altri film. Si tratta di raccontare una storia ampliando le sue ramificazioni e facendo capire che si svolge in un mondo da esplorare, con le sue regole, la sua mitologia e le sue gerarchie. (BadTaste)

Ne parlano anche altre fonti

(vecchio detto napoletano) In questa speciale colonna, ci metto quei remake/reboot che toccano qualcosa di “sacro”: quelli che, quando vengono annunciati, la reazione media della gente è “ma nooo, ma come si permettono, ma come osano! Farà cacare di sicuro! È un, uhm, approccio aggressivo di natura intima e non consenziente alla mia infanzia!!!” così, prima ancora di saperne qualsiasi altra cosa al riguardo. (i400Calci)

Il Corvo del 1994 se vai a vedere era un filmetto, un blockbuster riuscito come quelli che ogni tanto azzecca Nicolas Cage, mi viene in mente Drive Andry del 2011, c'è la storia d'azione, la vendetta, tutto funziona, tutto scorre, nel Corvo di Brandon Lee più andavi avanti e più eri assorbito dalla storia e curioso di sapere come Erik si vendicasse, questo non è minimamente paragonabile a quel film, se devo dare un voto al singolo film senza fare paragoni con il precedente do una stelle che equivale a decisamente medioce ma giusto perché le storie di vendetta con dentro l'amore sono sempre affascinanti ma se devo considerarlo per quello che è ovvero un remake gli do zero, peccato che non posso, è un film che non ti assorbe per niente, che non ha niente a che fare con la storia del fumetto che è meglio rappresentata nel film di Alex Proyas, è un film brutto. (MYmovies.it)

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L’immagine che mi ha accompagnato fino ai sedici, e forse oltre, era quella di un uomo dai capelli lunghi, avvolto in un trench di pelle nera. Si allontanava lentamente, con un corvo sulla spalla destra. (Rivista Studio)

Visivamente la pellicola ha un'estetica stilizzata, con ambientazioni cupe che si mescolano a un'iconografia quasi fumettistica, accentuando il tono malinconico della storia. (Movieplayer)