Oltre cinquemila in piazza a Bologna per un’Europa unita e di pace

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INTERNO

Bologna – Un fiume di persone ha invaso piazza del Nettuno, trasformandola in un mosaico di bandiere blu, voci e generazioni diverse. C’erano studenti, pensionati, lavoratori, accomunati da un obiettivo: ribadire l’importanza di un’Europa capace di superare i nazionalismi, costruendo un futuro di pace e diritti. "Ora più che mai serve esserci, dire la nostra", ha sottolineato Romano Prodi in un videomessaggio, ricordando le radici di un progetto nato dalle macerie della guerra.

Tra la folla, Sara Funaro, assessora fiorentina, ha richiamato lo spirito del Manifesto di Ventotene, insistendo sulla necessità di unire democrazia, sviluppo e uguaglianza. Accanto a lei, il sindaco Matteo Lepore, che nei giorni scorsi aveva promosso un confronto tra le amministrazioni di Firenze e Bologna, segno di una collaborazione che vuole andare oltre i confini locali. Non mancavano storie personali, come quella di Roberto e Maria, pensionati fiorentini che si sono ritrovati in piazza "per i nipoti e per quei valori in cui crediamo da sempre". Lui e lei si erano conosciuti un primo maggio del ’68, quando le piazze ribollivano di passione politica. Oggi, a distanza di decenni, quell’entusiasmo sembra riaccendersi in forme nuove.

Diversa l’esperienza di Bruno, 28 anni, consulente finanziario, per cui l’Europa non è solo un ideale ma una realtà quotidiana. "Appartengo a una generazione che ha studiato e lavorato grazie all’Unione", ha spiegato, mentre intorno a lui sventolavano striscioni con le stelle gialle. Come lui, molti giovani hanno scelto di trascorrere la domenica sotto la statua del Nettuno, alcuni arrivati da piccoli centri in treno o in autobus. Tra questi, Alessio Rocchi, che ha voluto festeggiare il suo ventisettesimo compleanno proprio lì, "perché non c’è regalo migliore di un’Europa unita".