Diamanti, il cast del nuovo film di Ferzan Ozpetek. FOTO
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/19 Webphoto Diamanti di Ferzan Ozpetek, al cinema dal 19 dicembre, è una delle pellicole protagoniste di questa stagione cinematografica. Il film, una produzione Greenboo Production, Faros Film e Vision Distribution, vanta un cast quasi tutto femminile. Le attrici che recitano nei ruoli principali sono state protagoniste col regista e sceneggiatore della promozione e della première romana. Eccole in posa sulla scalinata di Trinità dei Monti per uno scenografico photocall Diamanti, la magia del cinema e la forza delle donne. (Sky Tg24 )
Ne parlano anche altre fonti
Ozpetek fa una dedica speciale a tre donne. Tra i suoi magnifici "Diamanti" la rivelazione è Mara Venier Il film è un rimando all’oggi, alle donne votate a resistere, contro la violenza, la sofferenza, i soprusi, vedi l’Iran, la Turchia, l’Afghanistan, l’Italia stessa (Milleunadonna.it)
Sono le due principali diamanti del suo nuovo film. La nostra video intervista. (ComingSoon.it)
Il regista alle 21 presenta il suo 15esimo film, “Diamanti” (in sala da giovedì e già terzo al box office) e dialoga a fine proiezione con la giornalista di Repubblica, Ilaria Urbani. Un film corale con 18 attrici, ambientato nel presente e negli anni ‘70, che attraversa l’amore vissuto da un gruppo di donne di una grande sartoria di cinema diretta da due sorelle, molto unite tra loro. (La Repubblica)
È stata la mamma di Lolita Lobosco, ma anche Libera, Felicia Impastato e Cettina. Una donna che fa il suo mestiere da molto tempo e che intraprende una relazione clandestina con un ragazzo più giovane di lei. (bari.corriere.it)
E’ un cerchio che si chiude, aprendone moltissimi altri. Concentrici. Cominciando dalla fine è la storia di Stefano Ciammitti, costumista bolognese, classe 1989, che firma i costumi della nuova opera di Ferzan Ozpetek, “Diamanti”, che però è a sua volta un film sulle grandi sartorie del cinema italiano. (La Repubblica)
A 65 anni Ferzan Özpetek firma la regia del suo quindicesimo lungometraggio e con Diamanti porta a termine la sua opera più ambiziosa, quella in cui la riflessione sul femminile – da sempre tra i cardini della poetica del cineasta – raggiunge il suo acme, senza per questo schivare le trappole di un mélo eccessivamente barocco, frastornante, e in cui la dimensione meta-narrativa appare un orpello non solo poco efficace, ma persino deleterio. (quinlan.it)