Stellantis, Auriemma: «Cassa integrazione a Pomigliano mette in crisi anche l’indotto»

«Ancora cassa integrazione allo stabilimento Stellantis di Pomigliano. I fornitori sono messi alle strette per la volontà dell’azienda di ridurre i costi o di spostarsi all’estero nei Paesi low cost. Una decisione che sta producendo scioperi nei siti produttivi, fornitori di primo livello, che causa fermi produttivi nel Gianbattista Vico dove si producono Panda e Tonale». Il grido d’allarme è del segretario generale Uilm Campania, Crescenzo Auriemma. (Orticalab)

Su altre testate

Altro che un milione di autoveicoli entro il 2030: Stellantis rischia intanto di chiudere il 2024 con una produzione complessiva pari a meno della metà, e addirittura sotto i 300 mila per quanto riguarda l’auto. (Il Diario del Lavoro)

Lo schema di Stellantis è lo stesso da più di un anno. Dare la colpa al calo del mercato dell’elettrico per avere la scusa per ridurre produzioni e investimenti in Italia. (il manifesto)

Fermo produttivo e cassa integrazione che si allunga a novembre. Prosegue la situazione difficile allo stabilimento Stellantis Atessa. (ChietiToday)

CALENDA: “SU STELLANTIS IL PD VUOLE TENERSI BUONA REPUBBLICA”

I dati della produzione nei primi nove mesi del 2024, dopo tre anni di crescita, segnano un forte dato negativo rispetto all’anno precedente, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 387.600 unità contro le 567.525 del 2023. (Sassilive.it)

"Nonostante lo stabilimento “Vico” sia l’unico del Gruppo Stellantis in cui si è registrata una crescita della produzione, seppur contenuta, rispetto al primo semestre del 2023, anche sui lavoratori di Pomigliano si sta abbattendo con veemenza la crisi industriale in cui versa la casa automobilistica - dichiara Valeria Ciarambino, vicepresidente del consiglio regionale della Campania e componente del Gruppo Misto - In Campania c'è ormai un sistema produttivo in ginocchio, con ripercussioni serie su decine di migliaia di lavoratori anche dell'indotto di settore. (Ottopagine)

Soprattutto, le presunte sinergie tra i dem e John Elkann, che edita il giornale attraverso Gedi, una controllata della holding Exor. E questa non è una novità. (L'Opinione delle Libertà)