Elly Schlein, silenzio di tomba sui compagni razzisti
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Francesco Specchia 01 ottobre 2024 Lo preferivamo prima, Gabriele Rubini in arte Chef Rubio. Quando, da Thomas Milian del docureality d’Italia, da “Er Monnezza” dei palinsesti più profondi, grondava ragù e ironia nel recensire in tv le trattorie dei camionisti. Poi il cuoco è entrato nei Carc filopalestinesi (e questo è legittimo) e gli ha preso questa fissa di sterminare gli ebrei, di colpire i giornalisti - «devono temere per l’incolumità dei loro figli» - e, a Milano, l’altra sera, di «segnalare i muri delle case dove vivono gli agenti sionisti» (e questo è meno legittimo: sono gesti tipici dei nazisti e delle Brigate Rosse). (Liberoquotidiano.it)
La notizia riportata su altri giornali
Tutto questo sembrava insufficiente per Gabriele Rubini, ex cuoco televisivo noto come Chef Rubio. Sventolare le bandiere di Hezbollah, fare un minuto di silenzio in ricordo di Hassan Nasrallah, leader terrorista ucciso durante un raid israeliano. (il Giornale)
Non saprei invece a chi segnalare delle parole pronunciate a Milano da un tizio che odia gli ebrei e che si fa chiamare Chef Rubio che invece non mi sembrano esattamente libertà d’espressione, ma costituiscono minaccia fisica per i singoli ebrei, una licenza di colpire quelli che con il suo linguaggio nazista definisce gli agenti “sionisti”. (L'HuffPost)
Leggi tutta la notizia Ricordiamo il contesto: manifestazione pro - pal, chef Rubio sul palco che definisce il terrorista macellaio Nasrallah... (Virgilio)
Nella puntata de La Zanzara andata in onda lunedì, Giuseppe Cruciani e David Parenzo hanno ospitato il segretario generale del partito dei Carc, la sigla rivoluzionaria che lo scorso 28 settembre era in piazza a Milano nella manifestazione per la Palestina. (il Giornale)
Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani ha espresso con la solita schiettezza il suo punto di vista su diversi argomenti di attualità. (Nicola Porro)
La senatrice a vita è nel mirino e Edith Bruck, quasi coetanea di Segre, 93 anni contro 94, reduce anche lei dai campi di sterminio, non si dà pace. (QUOTIDIANO NAZIONALE)