Meloni e i dazi di Trump: il governo cerca una strategia mentre l'Ue valuta l'impatto
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La premier Giorgia Meloni ha definito "allarmismo" le reazioni eccessive ai dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni europee, sostenendo che il panico rischia di causare danni maggiori delle misure stesse. Lo ha ribadito durante l'ultimo Consiglio dei ministri, richiamando le stime della Bce secondo cui un dazio del 25% comporterebbe un calo dello 0,3% della crescita dell’Eurozona già nel primo anno. Un dato che, seppur significativo, non giustificherebbe – a suo avviso – toni catastrofisti.
Intanto, il governo è al lavoro per definire una risposta dopo lo choc delle nuove tariffe, che colpiscono in particolare settori chiave del Made in Italy, dall’automotive al tessile. La speranza di un’esenzione per l’Italia, coltivata a lungo a Palazzo Chigi, si è dissolta con l’ufficializzazione delle misure. Meloni ha annunciato un incontro la prossima settimana con le categorie produttive, già in fibrillazione per il contraccolpo atteso: calo delle esportazioni, riduzione dei volumi d’affari e migliaia di posti di lavoro potenzialmente a rischio.
Sul fronte politico, Elly Schlein ha puntato il dito contro l’esecutivo, accusandolo di aver lasciato il Paese impreparato. «La Spagna, che ha adottato misure preventive, dovrebbe essere un modello», ha dichiarato a Gattatico, scommettendo sulla capacità dell’opposizione di unire le forze in vista delle prossime elezioni. Una strategia che, a suo dire, «preoccupa la destra».