Ddl 1660, una norma da stato di polizia: intervista all’avvocato Eugenio Losco

Dalla criminalizzazione di ogni forma di dissenso che esca dai binari del rassegnato corteo autorizzato dalla Questura (sempre che questo sia concesso, considerato quanto sta accadendo in vista di quelli per la Palestina), a nuove garanzie di impunità per gli agenti di polizia. Il Ddl 1660, impropriamente ribattezzato come al solito “Decreto Sicurezza”, è in realtà in tutto e per tutto un “Decreto Repressione”. (L'INDIPENDENTE)

Ne parlano anche altri media

È sull’onda emotiva dei più dibattuti temi di attualità politica che interviene per l’ennesima volta il legislatore. Approvato alla Camera lo scorso 18 settembre, il c.d. DDL Sicurezza introduce nuove ipotesi di reato e prevede un inasprimento del trattamento sanzionatorio per fattispecie criminose già previste. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Anche a Taranto protesta contro il ddl Sicurezza. (norbaonline.it)

Un pacchetto di norme che, a dispetto del nome che porta, ha solo l’ambizione di far sentire al sicuro i sindacati di polizia più vicini alle destre di governo. (il manifesto)

“Pacchetto sicurezza”, i penalisti deliberano lo stato di agitazione

Azioni e mobilitazioni diffuse, una giornata nazionale di protesta, il prossimo 12 ottobre, articolata per le diverse città del Paese coordinandosi con le piazze delle forze sindacali in particolare con lo sciopero metalmeccanico del 18 ottobre. (Repubblica Roma)

Il Ddl Sicurezza, il disegno di legge approvato alla Camera nei giorni scorsi e ora all’esame del Senato, vivacizza il dibattito nel mondo della giustizia. La traduzione in realtà è al momento un’incognita, persino – secondo gli addetti ai lavori – con qualche rischio: un ulteriore carico di lavoro su procure e tribunali. (L'Eco di Bergamo)

Il contenuto dell’intero “pacchetto sicurezza” approvato dalla Camera dei Deputati il 18 settembre 2024, lungi dal porsi in sintonia con un programma di riforma della giustizia in senso liberale, rivela nel suo complesso e nelle singole norme una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, caratterizzata da uno sproporzionato e ingiustificato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi ed ai danni dei soggetti più deboli, caratterizzandosi per l’introduzione di una iniqua scala valoriale, in relazione alla quale taluni beni risultano meritevoli di maggior tutela rispetto ad altri di eguale natura, in violazione del principio di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità. (NT+ Diritto)