Tajani contro l’autonomia differenziata?
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“Non vogliamo gli Stati Uniti d’Italia, l’Italia federale, ma gli Stati Uniti d’Europa”: così il vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani al convegno “Una bussola per la competitività europea” organizzato dal partito a Firenze. “Noi in Europa dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze, abbiamo bisogno di donne e uomini di buon senso che facciano una buona politica per proteggere l’interesse di mezzo miliardo di persone, fra i quali ci siamo noi”. (Tecnica della Scuola)
La notizia riportata su altre testate
Per lui un attestato forte anche e soprattutto in chiave elezioni regionali dove gli azzurri continuano a dire che nulla, sulla candidatura, è stato messo nero su bianco. In mille per una convention politica sono numeri di governo, più che di lotta. (LA NAZIONE)
Senatore Claudio Borghi, il segretario di Forza Italia Antonio Tajani dice basta “agli sfasciacarrozze” dell’Unione europea. E il riferimento sembrate proprio voi leghisti. (la Repubblica)
«Quello a Forza Italia è stato veramente un voto utile, a chi vuole costruire. (il Giornale)
Se la politica fosse una fiction, il centrodestra italiano sarebbe una sitcom alla vecchia maniera: tre personaggi incompatibili costretti a convivere sotto lo stesso tetto. Ma qui non si ride per copione: Tajani e Salvini litigano sul serio, e Giorgia Meloni, nel mezzo, è diventata l’unico collante tra chi vuole rafforzare l’Europa e chi, a Bruxelles, si aggira con lo sguardo di chi cerca l’uscita di sicurezza. (Ottopagine)
La scena, tragicamente comica, ricorda inevitabilmente quella del gatto e la volpe che, nel celebre libro di Collodi, provano a persuadere l'ingenuo Pinocchio a seppellire le proprie monete nel campo miracoloso della città di Acchiappacitrulli affinché, in poco tempo, si moltiplichino a suo beneficio. (Il Giornale d'Italia)
Il leghista promette u… Peggio: di spingerla giù dal filo da equilibrista sul quale cammina, cercando di non schierarsi troppo tra Stati Uniti ed Europa. (la Repubblica)