Botte, insulti e sputi: così i poliziotti torturavano i carcerati a Trapani
Botte e disprezzo. Un detenuto costretto a restare senza vestiti e camminare in corridoio tra risate di scherno. Un altro insultato. «Tu sei un cane», «Spogliati coso inutile», gli ripetevano. E poi pugni, sputi. Nel settembre 2021, un uomo, recluso nel carcere di Trapani, è stato colpito con una raffica di calci sulle gambe e di violenti schiaffi sulla testa. «In maniera ingiustificata – scrivon… (La Stampa)
Ne parlano anche altri media
TRAPANI – Venticinque poliziotti penitenziari, accusati di tortura e abuso d’autorità contro detenuti del carcere Pietro Cerulli di Trapani, sono stati raggiunti da misure cautelari e interdittive: 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)
Lanci di urina e abusi ai detenuti con problemi psichiatrici scoperti dai Carabinieri. Nello stesso penitenziario era stato il messinese morto a Catanzaro (Tempo Stretto)
Sghignazzamenti anche di fronte allo straniero costretto a camminare nudo in corridoio mentre veniva sbeffeggiato con commenti sui genitali e schiaffeggiato. Buttato per terra, un lenzuolo di sopra e massacrato di botte: «Tanto questo è nero, non si vede un cazzo», se la ridevano. (il manifesto)
E così è stato. All’alba di oggi, undici poliziotti penitenziari sono stati arrestati. (Telesud)
Gli indagati sono accusati a vario titolo di reati che vanno dalla tortura, calunnie e falso in atti pubblici fino a percosse e trattamenti degradanti. Dentro al carcere Pietro Cerulli c'era chi sapeva e taceva. (Trapanioggi.it)
"Chiediamo che il ministro della Giustizia venga a riferire al Parlamento sulle incredibili notizie che arrivano da Trapani, dove 11 agenti di polizia penitenziaria sono stati arrestati e 14 sospesi. Anche se non c'è un diretto collegamento temporale, le notizie dal carcere di Trapani giungono all'indomani delle vergognose e disumane dichiarazioni del sottosegretario Delmastro Dalle Vedove che, conferma di ignorare principi costituzionali e di umanità nel trattamento dei detenuti. (la Repubblica)