Il collasso dei servizi cimiteriali di Palermo colpisce anche Letizia Battaglia
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Oggi a Palermo, come in tante altre città italiane, la situazione dei cimiteri e dei loro servizi è al collasso!
Solo oggi e con un giorno di ritardo, per colpa mia, ho potuto leggere i begli articoli e ricordi che su quasi tutti i giornali sono stati scritti per la morte di Letizia Battaglia.
Una persona eccezionale, un’artista straordinaria con un curriculum ricchissimo e un impegno sul sociale che spaziava in tutti gli ambiti della sua amata Palermo. (L'HuffPost)
Ne parlano anche altre testate
Crediamo che sia doveroso intitolare il Centro a Letizia creando anche una struttura collegiale che abbia il compito di tenere alta la produzione artistica della prestigiosa struttura che i Cantieri culturali ospitano anche in suo nome». (Giornale di Sicilia)
L'impianto palermitano è guasto da marzo 2020. Palermo, due anni senza forno crematorio. Due anni senza forno crematorio al cimitero dei Rotoli: era il lontano 17 marzo 2020 quando la struttura di lungomare Cristoforo Colombo, a Palermo, ha funzionato per l’ultima volta. (BlogSicilia.it)
Nell’intervista volevamo mettere in risaltò che Letizia Battaglia non è stata solo la “fotografa dei morti ammazzati dalla Mafia”. Nel luglio del 2019, Archivi della Resistenza l’ha incontrata nella sua casa a Palermo, per una lunga intervista. (CittaDellaSpezia)
Parola, umanità, che un po’ tutti richiamano nella lunga cerimonia funebre laica nell’androne di Palazzo delle Aquile conclusa poco dopo mezzogiorno con inni di festa («Letizia, Letizia») e decine di mani che impugnano e alzano tante rose rosse. (Giornale di Sicilia)
Anche quando ritraggono tragedie e situazioni difficili, dietro c'è la vita, c'è una specie di respiro che non si spegne» Chissà se Letizia Battaglia avrebbe apprezzato, come sintesi della sua vita, un titolo come quello della "Repubblica": «La fotografa dell'antimafia». (Avvenire)
(ansa). Da La Licata a Sorgi, da Vasile a Stabile, da Calabrò a Stancanelli, aneddoti e segreti del lungo e intenso rapporto professionale e umano con la fotografa (La Repubblica)