Femminicidio di Udine, tra i coltelli sequestrati la possibile arma del delitto
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Potrebbe essere tra i coltelli sequestrati giovedì nell’appartamento al secondo piano della palazzina Ater di via Joppi a Udine la lama con cui è stata uccisa Samia Bent Rejab Kedim, cittadina tunisina di 47 anni, per mano del marito Mohamed Naceur Saadi. I coltelli sono stati trovati dalla polizia scientifica con evidenti tracce ematiche sul luogo del delitto. L’individuazione dell’arma del delitto è uno dei tasselli ancora mancanti per chiarire compiutamente le circostanze del femminicidio, anche se gli elementi essenziali sono già stati messi in fila dal Procuratore Massimo Lia durante la conferenza stampa di ieri. (Telefriuli)
Su altri giornali
Non è stato fatto abbastanza per aiutarla". Sono le parole di Miriam Saadi, 21 anni, figlia di Samia Bent Rejab Kedim, 46 anni, uccisa giovedì a Udine dall'ex marito, Mohamed Naceur Saadi, 59 anni, poi morto in un incidente stradale. (Tiscali Notizie)
Secondo le prime informazioni il presunto assassino sarebbe stato l'ex marito, un uomo di 59 anni morto a sua volta in un incidente stradale accaduto successivamente poco lontano dal capoluogo friulano. (Corriere della Sera)
Il femminicidio Nelle due ore di permesso, in cui il dispositivo non trasmette alcun segnale, Saadi ha preso il treno a Monfalcone, la città in cui era ai domiciliari, ha raggiunto Udine, dove viveva la moglie e l’ha uccisa a coltellate. (la Repubblica)

Lo ha detto oggi (venerdì) il procuratore Massimo Lia durante una conferenza stampa in Questura. Saadi era stat0 condannato a cinque anni e quattro mesi per maltrattamenti e violenza sessuale aggravata nei confronti della stessa donna che aveva chiesto poi la separazione. (Corriere della Sera)
A quanto riferito dal Procuratore Massimo Lia, sarebbe stato il figlio minore a dare l'allarme, vedendo il padre «uscire dallo stabile con gli abiti insanguinati». Per quanto le indagini siano ancora nelle fasi iniziali, per la Procura «tutto lascia presupporre che siamo di fronte a un femminicidio». (Il Gazzettino)
Nel documento con cui viene emessa la sentenza, sono contenute le violenze sessuali, le ripetute lesioni e i maltrattamenti a Samia Kedim, il fatto che l'uomo non provvedesse al mantenimento della famiglia, le continue minacce di percosse e umiliazioni, anche a sfondo sessuale, cui costringeva l'ex moglie, anche davanti al figlio minore. (RaiNews)