Coronavirus, Bari 7 scarcerati finiscono ai domiciliari: tra questi un boss di Trani

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
La Gazzetta del Mezzogiorno INTERNO

I due esponenti di rilievo nella geografia criminale locale sono il presunto boss malavitoso di Trani Gaetano Rano, ritenuto in passato vicino all’allora capoclan Salvatore Annacondia prima che questi si pentisse, e l’andriese Valerio Capogna.

ono sette, due dei quali ritenuti pericolosi, i pregiudicati del Barese che hanno lasciato il carcere nei giorni scorsi a seguito dell’emergenza coronavirus ed hanno ottenuto tutti gli arresti domiciliari. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Su altri media

Il consigliere del Csm Antonino Di Matteo torna a parlare della richiesta arrivata nel giugno del 2018 dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di accettare l'incarico di capo del Dap. Siamo a giugno, disse Bonafede, lei mi manda il curriculum, a settembre sblocchiamo la situazione". (Adnkronos)

Bonafede prosegue: “Ogni illazione è del tutto campata in aria, perché le dichiarazioni di alcuni boss erano già note al ministero il 9 giugno, quindi ben prima di ogni interlocuzione con il diretto interessato. (Fanpage.it)

Secondo l'accusa uno dei covi utilizzati per nascondere il bambino sarebbe stata una masseria di proprietà di Cataldo. In via Arenula si lavora dunque per definire il veicolo normativo che potrebbe essere utilizzato. (AGI - Agenzia Italia)

Così il premier Giuseppe Conte intervistato dal 'Fatto quotidiano' interviene sullo scontro fra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il magistrato Nino Di Matteo, causato dalla mancata nomina di quest’ultimo a capo del Dap. (Adnkronos)

Conte: “Piena fiducia nell’operato di Bonafede”. Condividi. Piena fiducia nell’operato di Alfonso Bonafede come ministro della Giustizia”. “Voglio vedere se è un regolamento di conti” insiste il leader di Italia Viva, secondo cui la vicenda “rischia di essere il piu’ grave scandalo giudiziario degli ultimi anni”. (Imola Oggi)

Le scarcerazioni richiamate sono decisioni giurisdizionali di natura discrezionale impugnabili secondo la relativa disciplina". Ciò vuol dire che non c’è alcun governo che possa imporre o anche soltanto influenzare le decisioni dei giudici". (Adnkronos)