Manovra 2025: prime ipotesi su lavoro, pensioni e tasse
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Prime ipotesi relative alla Manovra 2025: le novità riguardano cuneo e riforma fiscale ma anche pensioni e Canone RAI. Per il Governo Meloni è tempo di pensare alla Legge di Bilancio 2025, che potrà contare su un plafond di risorse pari a circa 25 miliardi di euro. Le ipotesi di conferma delle riforme 2024 e di nuove misure in fase di studio sono numerose, essenzialmente relative al nodo pensioni ed al Canone RAI nel secondo caso ed al cuneo fiscale e alla revisione delle aliquote IRPEF nel primo. (PMI.it)
Ne parlano anche altre testate
Dalla stretta sulle pensioni all'operazione 'ceto medio' che porterebbe benefici fiscali ad altri 8 milioni di contribuenti, accanto ai 14 milioni di lavoratori interessati dal taglio del cuneo fiscale, per un totale di 22 milioni di contribuenti coinvolti dal taglio delle tasse. (Secolo d'Italia)
Il Governo sta lavorando ad una Manovra che coinvolgerà ben 22 milioni di contribuenti italiani. Tra le novità più attese, la conferma del taglio del cuneo fiscale e dell'accorpamento delle prime due aliquote Irpef (ROMA on line)
E poi le famiglie con figli , con interventi che puntano a favorire la natalità e che partono dalla conferma dei bonus mamme che saranno allargati dalle lavoratrici dipendenti alle partite Iva . (Gazzetta del Sud)
Obiettivo dichiarato: ridurre le tasse per il ceto medio. Tutto dipenderà dalle risorse a disposizione non solo per confermare anche nel 2025 l’attuale rimodulazione dell’Irpef su tre aliquote. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L’Italia deve presentare all’Europa un piano economico credibile di medio periodo, per indicare una direzione di crescita sostenibile nel post Pnrr. Di questo piano dovrebbe far parte una seria riforma del fisco, non dettata da un qualche diktat esterno, ma dalla semplice constatazione del fatto che il nostro sistema tributario è iniquo ed inefficiente. (la Repubblica)
Il modo per farlo, allo studio nelle stanze del ministero dell'Economia, sarebbe quello di abbassare l'aliquota centrale della tassa sui redditi delle persone fisiche dal 35 al 33% e di innalzare fino a 60mila euro il limite del secondo scaglione, oggi a 50mila euro, oltre il quale scatta l'aliquota massima del 43%. (il Giornale)