Matteo Renzi: "Non voglio andare al voto. Ma se saremo costretti ci andremo"

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L'HuffPost INTERNO

Così Matteo Renzi, intervenuto nell’approfondimento di Tgcom24 Fatti e Misfatti parla della tenuta della maggioranza giallo-rossa.

Matteo Renzi ammette che non sa se “questo governo reggerà, spero di sì ma non lo saprei dire, perché ho visto litigate sul niente in questa settimana.

Io non vorrei andare a votare, ma se ci costringono lo faremo.

“Ieri ho detto che c’è il 50% di possibilità di andare avanti e il 50% di andare a votare. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altri media

E una tassa sulla plastica non si può fare". È un pessimista cosmico Matteo Renzi, state tranquilli, andiamo avanti, abbiamo tante cose da fare", così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi ha smentito ieri sera le dichiarazioni del senatore e leader di Italia viva Matteo Renzi. (Fanpage.it)

E la Bellanova fa filtrare la «fiducia di Iv per la maggioranza». Nel giorno in cui 5Stelle e Pd siglano una mezza tregua sul fronte della giustizia, è Matteo Renzi a terremotare la maggioranza. (Il Messaggero)

"Non ho problemi con Renzi, io studio dossier e li sottopongo a tutti". "Vorrei ribadire che non esiste una soluzione militare credibile alla crisi libica, ma che solo un processo politico inclusivo potrà condurre ad una stabilizzazione piena e duratura del Paese". (Adnkronos)

Mancano le ultime cifre, qualche centinaio di milioni di euro, sulle tasse sulla plastica e su quella sullo zucchero. Il Pd attacca gli alleati renziani: «Italia Viva ai lavoratori italiani preferisce le multinazionali delle bibite gassate, come la Coca Cola. (Il Messaggero)

E facendo riferimento al vertice di questa sera, Conte assicura: "Fino a quando lavoreremo in questo modo abbiamo un'ampia prospettiva riformatrice da percorrere ancora". (Corriere della Sera)

Perché l’intera giornata è stata un lungo vertice di maggioranza, cominciato alle otto del mattino e andato avanti fino a tarda sera. Ma che spesso hanno avuto una coda o un preludio tutto politico, trasformandosi anche loro in (quasi) vertici di maggioranza. (Corriere della Sera)