Virus Congo, l'ipotesi del legame con le polmoniti atipiche: i sintomi e il nodo dell'anemia, cosa sappiamo
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È un'infezione respiratoria. Sembra molto e invece è pochissimo quel che sappiamo sul focolaio di una misteriosa patologia che è stata notata in Africa, in Congo. Potrebbe essere una febbre emorragica, un virus respiratorio particolarmente aggressivo, o una di quelle polmoniti atipiche che sono state diagnosticate in alto numero anche in Italia e negli Stati Uniti e di cui è responsabile il batterio Mycoplasma (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Claudia Balotta, l’infettivologa cremonese che nel 2020 identificò il Coronavirus, spiega nell’intervista il quadro in cui si à sviluppata l’infezione su cui on c’è ancora chiarezza: occorre attendere che i campioni siano trasferiti al laboratorio attrezzato di Kinshasa, lì si capirà se si tratta di una patologia batterica nota, una febbre emorragica o una sindrome influenzale”. (CremonaOggi)
Il virologo Giorgio Palù sembra ridimensionare oggi sul Corriere della Sera l’allarme per la misteriosa febbre in Congo che sta colpendo i giovanissimi, creando anche morti. Il focolaio è scoppiato nella regione di Panzi, remota zona nella Repubblica Democratica del Congo al confine con l’Angola. (Open)
Il 40% dei casi riguarda bambini sotto i 5 anni, mentre i maggiori decessi sono nella fascia tra i 15 e 18 anni. I sintomi sono quelli di una comune influenza: febbre, mal di testa, raffreddore e tosse, difficoltà respiratorie e anemia (Liberoquotidiano.it)
Sembra rientrare l’allarme sulla misteriosa malattia che in Congo ha provocato una settantina di morti. Altri 44 decessi sono stati registrati nei villaggi limitrofi, ma senza una verifica della diagnosi, per un totale di circa 70 morti in una vasta area. (Il Fatto Quotidiano)
Altri 44 decessi sono stati registrati nei villaggi limitrofi, ma senza una verifica della diagnosi, per un totale di circa 70 mort… “La malattia si può contenere”. (la Repubblica)
"Il Congo è un Paese gigantesco e io mi trovo a Lubumbashi, la seconda città più grande che si trova nel Katanga, regione lontana dal punto di emergenza. Qui ho detto io loro di questa situazione sanitaria perché non c'è un sistema di comunicazione ufficiale nazionale, soprattutto nei villaggi dove opero non ci sono i telefoni. (La Gazzetta del Mezzogiorno)