Dazi sulle elettriche cinesi, il via libera arriva grazie all’astensione di 12 paesi su 27

Testo di Mattia Eccheli L’astensione di 12 stati su 27 ha dato il via libera ai dazi comunitari sull’importazione di auto elettriche dalla Cina. Il balzello è compreso fra il 7,8% previsto per Tesla e il 35,3% imposto a SAIC, il colosso del Regno di Mezzo che nel Vecchio Continente commercializza i marchi MG e Maxus e si somma al 10% già in vigore. La proposta della Commissione fortemente osteggiata dalla Germania ha ottenuto l’appoggio di Italia e Francia, oltre che di Bulgaria, Danimarca, Estonia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi e Polonia (l'Automobile - ACI)

Su altri media

L’Unione Europea si è spaccata sulla proposta di introdurre dazi nei confronti di alcuni produttori di auto elettriche assemblate in Cina. (Il Fatto Quotidiano)

I rappresentanti degli Stati membri hanno votato questa mattina la proposta avanza dalla Commissione che prevede di alzare fino al 35,3% (rispetto al 10% attuale) le tariffe sui mezzi elettrici di Pechino in risposta ai maxi-sussidi statali per i produttori. (Italia Oggi)

I Paesi dell'UE hanno approvato l'introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi, in risposta ai massicci sussidi considerati sleali concessi da Pechino. (Sky Tg24 )

“Nessun dazio in Svizzera sulle auto cinesi”

Non sono pochi i commenti che mostrano perplessità sull'iniziativa promossa dalla Commissione Europea e non mancano le bocciature nette, soprattutto da parte delle case automobilistiche tedesche. Questa situazione permette, però, alla Commissione Europea di poter decidere e quindi è scontato che andrà avanti. (HDmotori)

La presa di posizione di Berna arriva nel giorno in cui gli stati membri dell’UE hanno dato il via libera alla proposta della Commissione europea di prelevare tributi fino al 36% sulle e-car cinesi. (RSI.ch Informazione)

E i Paesi che più rappresentano l’industria dell’auto del Vecchio Continente sono andati in ordine sparso. Torino — La Commissione lo considera come un voto favorevole, anche se alla fine toccherà alla presidente Ursula von der Leyen e al suo esecutivo decidere. (la Repubblica)