Gli operai della Barry Callebaut di Verbania in sciopero fino a lunedì: a rischio 115 posti di lavoro

I lavoratori della Barry Callebaut di Verbania hanno deciso di scioperare fino a lunedì, quando si svolgerà il primo incontro all'Unione Industriale. Lo fanno sapere i sindacati, secondo cui lo sciopero proseguirà a oltranza per tutte e otto le ore di turno. La decisione è arrivata in seguito all'annuncio della multinazionale di chiudere lo stabilimento piemontese entro marzo 2025. Intanto il sindaco di Verbania, Giandomenico Albertella, ha ricevuto una telefonata da Alberto Cirio: "Il presidente della Regione ha parlato con il ministro Urso, che gli ha confermato che convocherà i vertici aziendali di Barry Callebaut chiedendo loro di recedere da questa decisione. (QuiFinanza)

Su altre testate

Ci sono due strade per garantire un futuro ai 150 lavoratori della fabbrica Barry Callebaut di Verbania Intra, che la multinazionale belga con sede in Svizzera ha annunciato di voler chiudere. (La Repubblica)

Qualche attimo di tensione ieri in tarda mattinata si è vissuto davanti alla sede dell’Unione industriale a Intra. (La Stampa)

C'era anche il senatore di Italia viva Enrico Borghi questa mattina al via del corteo organizzato da dipendenti e sindacati della Barry Callebaut di Intra, la fabbrica di cioccolato destinata a chiudere lasciando senza lavoro 150 dipendenti. (La Stampa)

Lo sfogo dei lavoratori Barry Callebaut: "Siamo tutti lontani dalla pensione, con mutui e figli"

La «fabbrica del cioccolato», che prima era di Nestlé, ha consentito a centinaia e centina di verbanesi di mettere su famiglia e guardare al futuro. Ha 40 anni, è un meccanico specializzato di Barry Callebaut. (La Stampa)

Al termine del corteo di questa mattina è intervenuto anche il sindaco di Verbania, Giandomenico Albertella, che ha riferito di avere ricevuto una telefonata da Alberto Cirio: "Il presidente della Regione ha parlato con il ministro Urso, che gli ha confermato che convocherà i vertici aziendali di Barry Callebaut chiedendo loro di recedere da questa decisione. (La Stampa)

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