Daniel Craig su Queer: «Non mi interessa controllare l'opinione del mio pubblico»

Al Festival del Cinema di Venezia Daniel Craig ha cambiato le carte in tavola. Lo ha fatto con grazia, col sorriso e senza paura, in onore del personaggio che ha interpretato in Queer, il nuovo film di Luca Guadagnino di cui è protagonista assoluto insieme all'attore Drew Starkey: il suo William Lee, alter ego dello scrittore William Burroughs (autore del romanzo omonimo di cui il film è adattamento), è un uomo scontento, in preda alle dipendenze, solo, ossessionato dai suoi desideri e dalle sue pulsioni. (Cosmopolitan)

Ne parlano anche altri giornali

Daniel Craig, celebre per aver interpretato James Bond in cinque film tra il 2006 e il 2021, si presenta al pubblico in una nuova veste. La trama segue William Lee, un uomo americano espatriato in Messico negli anni '50, che esplora nuove possibilità di connessione umana. (ilmessaggero.it)

Passa le sue giornate quasi del tutto da solo, se si escludono le poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana. L'incontro con Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, lo illude per la prima volta della possibilità di stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno. (la Repubblica)

Daniel Craig, l’attore britannico noto per aver interpretato James Bond per oltre un decennio, ha voltato pagina e ha preso parte a un progetto completamente diverso, collaborando con il regista Luca Guadagnino (Virgilio)

Sussurri e gridolini durante la conferenza stampa di Queer di Luca Guadagnino al Festival di Venezia 2024. Nel film il protagonista Daniele Craig, ex 007, interpreta la parte di un americano omosessuale di mezza età che abborda altri uomini nei bar di Città del Messico nei primi anni cinquanta. (Il Fatto Quotidiano)

Una storia in cui passione e droga che non lasciano spazio a momenti di lucidità, i cui protagonisti prendono i volti di Daniel Craig e Drew Starkey nel nuovo film di Luca Guadagnino presentato al Festival di Venezia (Fanpage.it)

Più prevedibile sarebbe stato se Guadagnino avesse scelto i dischi di Stan Getz, Charlie Parker e Miles Davis che in questa fase Burroughs ascoltava insieme a Kerouac: opere enormi che hanno a loro volta ispirato la loro wild form. (Lucy. Sulla cultura)