Messina Denaro, i segreti del padrino custoditi da mafiosi e colletti bianchi
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Uno era soprannominato “il parmigiano”, un altro era “W”. Nei pizzini ritrovati nel covo di Campobello di Mazara si parla anche di “Fragolina” e dei “Gatti”. E, ancora, di “Reparto”, “Ciliegia”, “Stazzunara”, “Grezzo”, “Complicato”. Sono ancora tanti i misteriosi complici di Matteo Messina Denaro, l’ha ammesso lui stesso nel primo interrogatorio davanti ai magistrati che l’avevano arrestato: «No… (La Repubblica)
Ne parlano anche altre fonti
Le indagini sulle cure durante la latitanza e le perquisizioni a Villa Sofia e al Civico (Livesicilia.it)
Andrea Bonafede era solo una delle identità utilizzate da Matteo Messina Denaro per accedere al sistema sanitario nazionale. Non solo quella oncologiche ma anche quelle oculistiche. (Il Fatto Quotidiano)
Quindici identità che il padrino trapanese avrebbe utilizzato per far fronte alle sue necessità mediche, fra il tumore al colon e i gravi problemi alla vista. Questa mattina, il procuratore aggiunto Paolo … (La Repubblica)
Adesso, il professionista è indagato per favoreggiament… Entrambe firmate da un oculista molto noto a Palermo, il dottore Antonino Pioppo, 69 anni, dal 2019 primario all’ospedale Civico del capoluogo siciliano, ha diretto anche il reparto Oculistica di Villa Sofia. (La Repubblica)
Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza avrebbe usato Matteo Messina Denaro, scoperte dalla Procura di Palermo che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben 15 pazienti ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia. (Tuttosport)
Le ricette nel covo Matteo Messina Denaro, durante la sua latitanza, prima che insorgesse la fase terminale del suo tumore, si fece operare agli occhi per correggere un grave strabismo. Questa operazione potrebbe essere avvenuta in un ospedale pubblico palermitano e potrebbe essere stata coperta dalla sua rete di amicizie anche nella sanità pubblica. (BlogSicilia.it)