Austria e Ungheria, quei favori alla Cina

Dongfeng Motor Group è un costruttore auto relativamente piccolo (fatturato equivalente a meno di 13 miliardi di euro nel 2023, contro i 189 miliardi di Stellantis), parte del gruppo Dongfeng Motor Corporation. Una sua caratteristica è di essere tutta del governo di Pechino, senza apporti di capitale privato. Da mesi, almeno da quando l’Unione europea ha iniziato a studiare dazi sull’auto elettrica cinese, Dongfeng parla di un investimento produttivo «in Italia oppure in Europa»: il costruttore non ha mai fornito in pubblico altri dettagli, ma sembrerebbe pensare a uno o più centri di assemblaggio di parti fatte in Cina — batterie incluse — con un apporto relativamente minore di componenti locali. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

La decisione della Commissione europea di varare maggiori dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina con lo scopo di rallentare l'avanzata dei marchi asiatici e di proteggere i produttori del Vecchio Continente potrebbe trasformarsi in un boomerang. (La Gazzetta dello Sport)

Si procede verso l'applicazione dei dazi definitivi sulle auto elettriche e Pechino attua una risposta commerciale con dazi sull'importazione del brandy. (Auto.it)

Nel dettaglio gli importatori di brandy dell'Unione europea dovranno depositare garanzie pari al 34,8%-39% del valore delle merci importate a partire dall'11 ottobre. (Il Sole 24 ORE)

Dazi, Pechino se la prende con il cognac europeo

Durante la sua visita di Stato in Cina, avvenuta a maggio scorso, Emmanuel Macron regalò a Xi Jinping due bottiglie di cognac. Il ministero del Commercio cinese ha fatto la sua prima mossa nella guerra commerciale che si sta formalmente aprendo tra Europa e Repubblica Popolare, dopo il voto in Ue della scorsa settimana che ha con… (L'HuffPost)

Con la Cina «non vogliamo alcuna guerra commerciale, vogliamo che si ragioni su come ripristinare condizioni di parità, che oggi ovviamente non ci sono e sono evidenti a tutti e sono state conclamate e accertate dalla Commissione europea». (Il Messaggero - Motori)

Bruxelles ritiene che i loro prezzi siano artificialmente bassi a causa di sussidi statali che, secondo Bruxelles, distorcono la concorrenza e danneggiano la competitività dei produttori europei. (RSI.ch Informazione)