Pedro Sánchez e Lula Uniti in Difesa della Democrazia e Contro l’Estremismo alle Nazioni Unite

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Ucraina Guerra tra Gaza e Israele

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva hanno unito le forze a New York per guidare un incontro con i leader globali, concentrato sulla difesa della democrazia e sulla lotta alla crescita dell’estrema destra. L’evento, tenutosi parallelamente all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha visto la partecipazione di rappresentanti di paesi come Barbados, Capo Verde, Canada, Cile, Colombia, Stati Uniti, Francia, Messico, Norvegia, Kenya, Senegal e Timor Est, oltre a istituzioni di rilievo come il Consiglio Europeo e l’ONU. (IlSudest)

La notizia riportata su altre testate

Un compito, con ogni evidenza e non solo per le guerre in corso, che ne ha invece decretato l’impotenza. Era prevedibile, ma non per questo risulta meno amaro per l’organizzazione internazionale più rappresentativa di tutti i Paesi nel mondo, nata nell’immediato secondo dopoguerra proprio per mantenere la pace e la sicurezza tra popoli e nazioni. (Start Magazine)

Israele ha in queste settimane concentrato le sue iniziative militari sul Libano infliggendo duri colpi a Hezbollah in un'offensiva che ha raggiunto l'apice con l'eliminazione del segretario (Inside Over)

Netanyahu all’Onu ha parlato come un capo tribù che combatte contro altri capi tribù. (la Repubblica)

Il passo inatteso di Netanyahu

Un’euforia da Guerra dei Sei giorni sembra aver conquistato tanti israeliani, anche se i giorni combattuti contro Hamas a Gaza sono ormai 359 e da uno in meno va avanti lo scontro ora totale con l’Hezbollah libanese. (Corriere della Sera)

Perché nello slang comune si poteva dire: «Magari è vero che Israele ha sofferto il 7 di ottobre, è vero che l'Iran le ha scatenato contro l'inferno... (il Giornale)

Da alcune settimane, su queste colonne, sottolineo l’intenzione israeliana di separare i diversi fronti di guerra e mettere in sicurezza i propri confini, frammentando il cosiddetto Asse della resistenza (Hamas, Hezbollah, Houthi, milizie sciite in Siria e Iraq), per prepararsi a un possibile confronto diretto con l’Iran. (La Stampa)