Anpi, Pagliarulo pro-Putin: schiaffo ad Elly Schlein, rissa tutti contro tutti a sinistra
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Enrico Paoli 17 marzo 2025 Vien quasi voglia di apprezzarla Elly Schlein. Il giorno dopo la piazzata romana (un po’ per l’Europa, ma anche un po’ no), la segreteria del Pd prova a restare ferma lì, sulla stessa mattonella: «È tempo di costruire l’Europa federale, contro ogni nazionalismo, contro ogni veto», scrive sui social. Euforica per la manifestazione di piazza del Popolo, per la quale aveva chiesto di evitare polemiche, Elly prova a tenere il punto, in vista del confronto interno al Pd per decidere la posizione dei dem sulla politica estera, in vista del dibattito in Parlamento legato alle comunicazioni della premier, Giorgia Meloni, per il prossimo Consiglio europeo (Liberoquotidiano.it)
Ne parlano anche altre fonti
L’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci è tra coloro del Pd che si sono astenuti a Strasburgo, difende la segretaria Elly Schlein e dice: «Non è il momento di pensare a un Congresso». (Il Dubbio)
Ciònonostante – dal filosofo fino all'operaio - nessuno che faccia un'onesta e sincera autocritica. Da sempre, in Italia soprattutto, dove non esiste un sentimento nazionale (forse per fortuna), la gente vuole indossare i simboli di ciò in cui crede, i colori del proprio tifo, vuole dividersi in contrade, sette, tifoserie, fazioni. (Il Giornale d'Italia)
In base a quanto si apprende, nel corso delle riunioni interne sarebbe stata trovata una formula che fotografa la posizione della maggioranza del partito e soddisfa l'ala riformista. Il Pd va verso una risoluzione condivisa, oggi al Senato e domani alla Camera dopo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo su Ucraina e riarmo Ue. (Tiscali Notizie)
– E’ difficile la mediazione nel Pd sul testo di risoluzione da presentare per il dibattito sul Consiglio Ue, la riunione iniziata alle 15.30 non ha ancora portato ad un’intesa ed è stata aggiornata a stasera. (Agenzia askanews)
La trappola per Elly Schlein ha un regista occulto all'esterno del Pd: Giuseppe Conte, il leader del M5S che capeggia il fronte del "no al riarmo" della Ue e che dopo la frattura del voto in Europa consumatasi nel Pd ora cerca di provocare una vera e propria scissione (Secolo d'Italia)
Da una parte c'è Tajani che dice sì, dall'altra Salvini che dice no. Siamo però contro il riarmo degli Stati nazionali. (Corriere TV)