Politica sempre più manichea

Elly Schlein e Giorgia Meloni Ieri mattina ho ascoltato con la dovuta attenzione il discorso di Giorgia Meloni in vista del viaggio a Bruxelles per partecipare ai prossimi incontri che potrebbero decidere il futuro della Commissione, visto che la maggioranza parlamentare sembra definita. Dovrà affrontare le molteplici contraddizioni che distinguono il sistema di governo dell'Unione europea, superando l'handicap costituito da una campagna elettorale fondata sul «cambieremo l'Europa», da un buon successo di voti, ma da una insuperabile – almeno attualmente - maggioranza parlamentare costituita da popolari, socialdemocratici e liberali, in apparenza autosufficiente, anche se … anche se il doppio standard (maggioranza in Parlamento e maggioranza negli stati, che debbono rappresentare circa i 2/3 dei cittadini dell'Unione) può rendere necessari accordi impropri e in contrasto con quanto postulato a livello nazionale. (Italia Oggi)

Ne parlano anche altre fonti

Ascolta ora 00:00 00:00 (il Giornale)

"Non c'è Europa senza Italia, non c'è decisione senza Giorgia Meloni". Dopo Manfred Weber, anche il premier polacco Donald Tusk frena bruscamente gli entusiasmi di socialisti e liberali dopo la bozza di accordo raggiunto con il Ppe sui "top jobs" della prossima Commissione Ue. (Liberoquotidiano.it)

Quella di Giorgia Meloni mercoledì 26 giugno alla Camera, è stata una vera e propria intemerata contro l’Europa «gigante burocratico», «invasivo», «ideologico», da cui i cittadini si stanno allontanando, «basta guardare i livelli di astensionismo», dove prevale la logica «del caminetto» – come si dice in gergo politico quando ci si riferisce ad un accordo tra i capi delle varie correnti – piuttosto che a quelle del consenso popolare. (L'Eco di Bergamo)

Nomine Ue, tutti i riflettori puntati su Meloni: pressing dei leader per un accordo con la premier

Si svolge oggi il Consiglio Europeo decisivo per la decisione sui profili a cui assegnare i top jobs dei prossimi cinque anni dell’Unione Europea. Al centro della discussione che dovrebbe poi portare all’approvazione del pacchetto di nomine concordato tra le tre forze principali in Europa (Ppe, Pse e Renew) c’è l’allargamento della base di voti dei parlamentari europei a sostegno della candidata alla guida della Commissione, Ursula von der Leyen, alla ricerca del suo secondo mandato. (LAPRESSE)

E' un malinteso: a volte servono delle piattaforme politiche specifiche per agevolare il processo, la posizione comune dei tre maggiori gruppi serve a facilitare il processo. Non c'è Europa senza Italia, non c'è decisione senza Giorgia Meloni (ilmessaggero.it)

C'è grande attesa sulle decisioni della premier, che (Secolo d'Italia)