Irpef e taglio al cuneo, cosa succede dopo la procedura di infrazione Ue?

Il Governo a più riprese ha confermato che le due misure portanti della manovra 2024, vale a dire l’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35 mila euro saranno confermate nel 2025. Ma il combinato della procedura di infrazione appena avviata da Bruxelles per disavanzo eccessivo e del nuovo set di regole che fanno parte del Patto di stabilità riformato rendono il percorso verso la prossima legge di Bilancio alquanto impervio. (Il Sole 24 ORE)

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Gli italiani sono più poveri di dieci anni fa. Lo certifica il rapporto annuale dell'Ufficio parlamentare di bilancio. E la colpa è dell’inflazione 2022-2023, che ha cancellato gli effetti di un decennio di tagli all’Irpef. (R101)

La conferma nel 2025 di alcuni degli interventi finanziati dall’ ultima manovra solo per il 2024 (dal taglio del cuneo, alla Zes per il Mezzogiorno, dalla riduzione del canone Rai alla detassazione dei premi) impatterebbe sul deficit per circa 18 miliardi. (Il Sole 24 ORE)

L’Upb ha poi posto l’attenzione sulla proroga del taglio del cuneo fiscale: potrebbe generarsi la cosiddetta “trappola di povertà”: superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono circa 1.100 euro all’anno. (Sky Tg24 )

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La caccia ai denari per la prossima manovra è iniziata. (Sky Tg24 )

La motivazione principale - come indicato dall’ultimo report dell’Ufficio parlamentare di bilancio - è che il fiscal drag, una delle conseguenze dell’inflazione, ha più che annullato tutte le misure degli ultimi anni che miravano, al contrario, a ridurre il carico fiscale per i lavoratori italiani, come la decontribuzione attualmente in vigore per le retribuzioni entro i 35 mila euro. (quoted business)