Napoli, uccide l'amico di infanzia; killer di 16 anni confessa: «Me lo ha chiesto il boss»
Doveva uccidere l'amico. E doveva farlo nello scantinato adibito a piazza di spaccio, in modo da chiarire a tutti che le regole - a proposito di soldi sporchi - da queste parti vanno rispettate. Non ha incassato un euro per quel delitto, non ha avuto neppure un regalo. Per lui, appena sedicenne, era una sorta di battesimo del fuoco, una cosa da compiere per stare nel gruppo dei grandi, quelli che gestivano l'oro di Pianura, le piazze di cocaina e hashish (ilmattino.it)
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A soli 16 anni ha sparato a bruciapelo uccidendo un ragazzo poco più grande di lui, un ventenne. E poco importa se i componenti del suo stesso gruppo avevano provato a convincerlo di non risolvere la faccenda in questo modo. (La Stampa)
Doveva uccidere l’amico. Per lui, appena sedicenne, era una sorta di battesimo del fuoco, una cosa da compiere per stare nel gruppo dei grandi, quelli che gestivano l’oro di Pianura, le piazze di cocaina e hashish (ilmessaggero.it)
Leggi tutta la notizia "Me lo hanno ordinato i grandi, ma era mio amico". (Virgilio)
"Me lo hanno ordinato i grandi, ma era mio amico". Emergono dettagli agghiaccianti dall'interrogatorio del 16enne accusato di aver ucciso e dato alle fiamme Gennaro Raimondino, 20enne il cui cadavere fu trovato la notte del 31 agosto scorso in un fondo agricolo abbandonato a Pianura, zona occidentale di Napoli (Zoom24.it)
NAPOLI. Era indagato a piede libero, come anticipò il nostro giornale, il 16enne che ora (precisamente dallo scorso 18 ottobre, ma la notizia è stata diffusa solo ieri) è in stato d’arresto per l’omicidio di Gennaro Ramondino, il 20enne ras in erba di Pianura ucciso il 31 agosto in un sottoscala e bruciato nelle campagne della zona. (ROMA on line)
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