Sempre in prima linea contro il vero patriarcato
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Cecilia Sala, arrestata in Iran Cecilia Sala se l'è cercata, la professione, e, cinicamente parlando, la galera in Iran è quanto mancava a un curriculum che dimostra la seconda notizia che la riguarda: che la sua professione esiste ancora (la sua, ripetiamo) e che esiste in un'epoca in cui, un figlio che volesse fare il giornalista, bisognerebbe rinchiuderlo: perché soldi non ce ne sono più, posti fissi neanche, e anche gli inviati in Paesi problematici scontano le corrispondenze di chi vive lì, e si fa bastare un cellulare. (il Giornale)
Ne parlano anche altri giornali
Una ritorsione diplomatica. Questa sarebbe la tragica verità dietro l'arresto al momento ancora senza motivazioni ufficiali della giornalista italiana del Foglio e di Chora Media, volto noto anche in tante trasmissioni tv da almeno 3 anni, quando il suo reportage da Kabul in un Afghanistan in cui le truppe americane stavano smobilitando diventò virale. (Liberoquotidiano.it)
Provano a descriverla, a raccontarla a chi ancora non la conosce e provano a dare conforto a chi la conosce, a chi deve dare un senso a quello che sta succedendo. Le parole che si stanno usando in queste ore, da quando è stata diffusa la notizia del suo arresto in Iran, sono tutte appropriate: intelligente, curiosa, preparata, prudente. (Adnkronos)
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, al fine di riportare a casa al più presto la giornalista italiana. (Secolo d'Italia)
Il giornalista ha denunciato sui social un post del cuoco, all’anagrafe Gabriele Rubini, con cui il volto noto della Tv allude alla giornalista arrestata in Iran, parlando di “miracolate sioniste e spie con la passione dei viaggi”. (Virgilio Notizie)
C'è un collegamento tra l'arresto di Cecilia Sala e quello di Mohammad Abedini, il cittadino iraniano svizzero fermato dalla Digos a Malpensa lo scorso 16 dicembre su mandato dell'autorità giudiziaria degli Stati Uniti? Al momento si tratta di speculazioni, ma la coincidenza temporale non è passata inosservata. (MilanoToday.it)
E sullo sfondo della sua incarcerazione potrebbe esserci lo Stato nello Stato dei Guardiani della rivoluzione. Non solo Cecilia Sala è una donna, ma una giornalista, che non ha avuto peli sulla lingua con i suoi podcast dall'Iran, al 176° posto su 180 Paesi della lista nera della libertà di stampa di Reporter senza frontiere. (il Giornale)