I morti di Ercolano “virtuali” nipoti di quelli della Flobert
Questo tristissimo evento suscita un immenso dolore, tre giovanissime vittime, certamente inconsapevoli che un lavoro occasionale le avrebbe condotte ad una tale, prematura e tragica sorte. Potremmo riflettere con gli strumenti che l’esperienza ci ha consegnato e che non avremmo mai voluto: continuare a contare gli attori di una giostra mortale che tutti gli anni, soprattutto con l’avvicinarsi delle feste natalizie, coinvolge e illude giovani e meno giovani bisognosi di lavoro, anche se ciò comporta un rischio imponderabile e terminale. (laProvinciaOnline.info)
Su altre fonti
Venti o venticinque euro al giorno. Una miseria per rischiare la vita in una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, dove tre giovani lavoratori sono stati letteralmente polverizzati da un’esplosione. (Positanonews)
Euro al giorno, il salario. Nel pomeriggio di lunedì 18 novembre, per 20 euro al giorno, due ventiseienni e un diciottenne sono morti in seguito all’esplosione di una fabbrica abusiva a Ercolano, in via Petacca. (MOW)
L'immobile andato distrutto era intestato a una ragazzina di 13 anni. Il reale proprietario è il padre dell'adolescente: un napoletano di 38 anni, che è stato denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo e per detenzione illecita materiale esplodente. (Today.it)
Perché Samuel, Sara e Aurora sono il tragico esempio dei troppi giovani italiani costretti ad accettare lavori impossibili perché non trovano altro. Ma la loro morte, scrive Elena, è tutto fuorché marginale. (Corriere della Sera)
Nelle parole della compagna di Samuel Tafciu, il papà 18enne morto nell'esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d'artificio a Ercolano, c'è tanto dolore, ma anche rabbia: «Cosa le dirò quando la mia bambina sarà grande? Che il suo papà è scoppiato dentro a una fabbrica, che lo hanno fatto morire come un animale per 30 euro al giorno? Adesso voglio giustizia». (leggo.it)
Quell'immobile di contrada Patacca, ad Ercolano, solo un anno fa era diventato "famoso". Prima che diventasse una fabbrica di fuochi d'artificio illegale, quella saltata in aria il 18 novembre uccidendo tre persone, era stata al centro di una storia paradossale che si era trascinata in tribunale, nelle manifestazioni e nelle dirette social: il proprietario, che ora è stato denunciato per omicidio plurimo colposo e disastro colposo, si era battuto a lungo per entrare in possesso dell'appartamento e aveva coinvolto anche il deputato Francesco Emilio Borrelli e il giornalista Pino Grazioli. (Fanpage.it)