Banco BPM, Castagna scrive lettera ai dipendenti contro l'Ops di Unicredit: "Vicini ai territori e alle PMI, no rischio 6.000 tagli"
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Banco Bpm esprime preoccupazione per l'Ops lanciata da Unicredit. “Destano forte preoccupazione le sinergie di costo stimate dall’offerente, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm che, si può stimare, significherebbe tagli al personale di oltre 6.000 colleghe e colleghi“, scrive il CEO di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, in una lettera ai dipendenti. Castagna avverte anche del rischio di limitare l’autonomia strategica del management, soprattutto in relazione all’operazione su Anima Holding, a causa delle regole sulle Opa. (Il Giornale d'Italia)
Su altre fonti
Dopo il duro comunicato di ieri, seguito al cda che ha respinto l’offerta pubblica di scambio di Unicredit sulla banca, il top manager ha scritto ai dipendenti del gruppo cercando di fare quadrato contro l’offerta ostile dell’istituto rivale. (il Giornale)
“È una banca straniera, questo dice la composizione azionaria”. La banca milanese è colpevole di aver lanciato, all’alba di lunedì, un’offerta di acquisto sul Banco Bpm che mette in crisi il progetto di un terzo polo bancario tra Milano (Bpm) e Siena (Mps) tanto caro alla Lega. (Il Fatto Quotidiano)
Due giorni dopo l’offerta di pubblico scambio avanzata da Unicredit sulla sua banca - 10 miliardi carta contro carta - e un giorno dopo il cda che l’ha respinta, il ceo Giuseppe Castagna ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai dipendenti di Piazza Meda: «Destano forte preoccupazione le sinergie di costo stimate dall’offerente, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm che, si può stimare, significherebbe tagli al personale di oltre 6.000 colleghe e colleghi - mette nero su bianco e senza tanti giri di parole il banchiere -. (Corriere della Sera)
– Onorevole Cecilia Guerra, economista e sottosegretaria all’economia con i governi Conte II e Draghi e già viceministra del lavoro: il Pd dice che l’offerta di pubblico scambio di Unicredit su Bpm ‘solleva molti interrogativi’. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
All’indomani dell’offerta di pubblico scambio da 10,1 miliardi di Unicredit su Banco Bpm per conquistarne almeno due terzi del capitale azionario, non è sorprendente che la preda non accetti di essere catturata e alzi le, pur relative, barricate. (il manifesto)
Banco Bpm respinge l’offerta di scambio di Unicredit, ai sensi dell’art 102 del Tuf che fa scattare la passivity rule: «non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm» e contiene «condizioni inusuali», «ricadute occupazionali e sociali, condiziona la flessibilità strategica». (ilmessaggero.it)