L'azzardo di Giorgia

Minuti per la lettura LA PARTITA europea è appena iniziata e Giorgia Meloni ha scelto la tattica dell’azzardo, qualcuno lo potrebbe chiamare bluff . Se le va bene, alla fine potrà dire di aver “vinto” perché «l’Italia finalmente è stata rispettata». Che è un bluff, perché l’Italia, come vedremo, poteva già vincere ieri sera. Se però Meloni dovesse spingere il suo azzardo troppo in là, non riuscire a fermarsi e cadere nel burrone, il problema è che perderemo tutti. (Quotidiano del Sud)

Ne parlano anche altri giornali

«La destra guidata da Meloni, anche alla luce di quello che é emerso dall'inchiesta di Fanpage che stiamo girando a tutti i gruppi parlamentari europei, deve rimanere fuori dalla maggioranza in Europa»: lo dice in una nota il deputato di Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. (Corriere Roma)

Per un partito, quello guidato oggi da Elly Schlein, abituato a governare senza mai vincere un’elezione può sembrare “bizzarra”, infatti, l’idea di chi applica nella realtà effettuale tutto ciò che ha assicurato in campagna elettorale: la richiesta, reiterata alla luce del responso delle urne, del cambio di approccio e di agenda senza il quale l’Ue è destinata a restare schiacciata nel gioco dei nuovi/vecchi imperi. (Secolo d'Italia)

Quando Giorgia Meloni divenne premier il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier uscente Mario Draghi gliel’avevano raccomandato in tutti i modi: “Giorgia, se vuoi contare in Europa cerca sempre un buon rapporto con Francia e Germania“. (FIRSTonline)

Il vizio europeo: tutti pensano da capi politici anziché da capi di Stato

Tornano le “richieste” a Giorgia Meloni per essere “più antifascista”. Roma, 1 lug – Ci mancavano, in effetti, le “pozzanghere di fascismo” di FdI, come nuova metafora del cattivo da espellere, usata da Alessandro Giuli nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. (Il Primato Nazionale)

L’unico modo è farle evaporare alla luce del sole di una forma-partito che proponga un racconto politico alternativo e aggiornato ai tempi". Così, in un'intevista al Corriere della Sera, Alessandro Giuli, presidente del Maxxi, giornalista e saggista. (L'HuffPost)

L’errore, errore tanto di metodo quanto di prospettiva, è stato quello di aver agito in quanto leader politici di parte piuttosto che in quanto capi di Stato e di governo. Il vizio d’origine è chiaro e riguarda tutti. (L'HuffPost)