La festa e l’ansia. Parigi apre i Giochi fra sabotaggi e psicosi (di L. Santucci)

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"Bienvenue à Paris". Sullo sfondo di Notre Dame, in perfetto stile Pigalle, Lady Gaga è la prima ospite della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. La cantante statunitense cambia stile e genere per cantare Mon truc en plommes, di Zizi Jeanmaire. È la prima grande novità della serata, per qualcuno la seconda: sebbene le varie delegazioni sfilino in ordine alfabetico, dopo l'Armenia non c'era l'Australia: sarà il paese ospitante nel 2032 e per tale ragione precederà Stati Uniti e Francia, rispettivamente prossima e attuale organizzatrice. (L'HuffPost)

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Il riassunto parte della mattinata, contrassegnata dalla paralisi della rete dei Tgv. La Sncf, la società delle ferrovie francesi, ha subito nella notte un "attacco di grandezza tale da paralizzare la sua rete Tgv", ha detto il gruppo francese. (La Gazzetta dello Sport)

I funzionari francesi hanno descritto gli attacchi come "azioni criminali": i responsabili rischiano 15 anni di reclusione (LAPRESSE)

La situazione alla stazione di Montparnasse, Parigi Dopo aver pagato biglietti fino a 1.500 euro, gli spettatori della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024 rischiano seriamente di non poter arrivare in tempo nel centro della capitale francese. (Fanpage.it)

Chi c'è dietro gli attacchi alle ferrovie francesi: eco terroristi, jihadisti o spie

La cerimonia sulla Senna ha preso il via puntuale, alle 19:30 di ieri, sotto il cielo grigio di Parigi. (Il Fatto Quotidiano)

La stessa SNCF ha parlato di «diversi atti concomitanti». Se stamane, inizialmente, i lanci di agenzia hanno riferito delle interruzioni al servizio ferroviario in maniera molto cauta e, verrebbe da dire, neutra, con il passare delle ore, e la conferma della SNCF, la Société nationale des chemins de fer français, la parola sabotaggio è entrata prepotentemente nel discorso giornalistico. (Corriere del Ticino)

C’è una lunga serie di episodi a livello globale, con protagonisti diversi. Con poco hanno fatto tanto, una constatazione che è anche uno slogan di lotta. (Corriere della Sera)