Claudio Amendola: «Ho buttato via tanti soldi. Sono stato un bravo padre ma non sono un bravo nonno. Francesca Neri? Un capitolo meraviglioso»

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Claudio Amendola ha deciso di racconta una parte della sua vita. Quella che va dagli 11 fino ai 32 anni. Lo ha fatto scrivendo un libro: “Ma non dovevate anda’ a Londra”. Un ragazzino che ha vissuto, per colpa o per merito di sua madre Rita Savagnone, la politica. Dai panini portati ai scrutatori al viaggio nell'Europa dell'Est. GIà. «Mia madre - racconta al Corriere della Sera - anziché portare me e mio fratello Federico a Londra, come ogni ragazzino sogna, ci caricò su una Fiat 128 in una rocambolesca avventura tra ex Jugoslavia, Romania e Bulgaria, alla ricerca di quello che ai suoi occhi sembrava il Paradiso perduto; sulla carta, uguaglianza e pari opportunità, l’Europa dell’est, periferia dell’impero sovietico». (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

Quando era ancora giovane, mamma Rita - "indipendente e fuori dalle regole" - lo aveva trascinato con sé in un’avventura nei Paesi dell’Europa dell’Est. E, nel suo ultimo libro, ha anche raccontato un aneddoto che lo vede protagonista assieme a sua madre. (Liberoquotidiano.it)

Al CorSera: «Sono disamorato del calcio, non della Roma. Quando papà doppiava Er Monnezza, i miei amici mi ossessionavano per farsi mandare aff… da lui» (IlNapolista)

Claudio Amendola ha 60 anni. Ha pubblicato un libro per Sperling & Kupfer che si chiama Ma non dovevate anda’ a Londra e racconta la sua vita dagli 11 ai 32 anni. Sua madre era Rita Savagnone, che con il padre Ferruccio è stata la regina delle doppiatrici. (Open)

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In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, l'attore descrive gli stati dell'ex Patto di Varsavia come un "paradiso perduto" di pari uguaglianza e pari opportunità che sua madre idolatrava. Claudio Amendola ha raccontato la sua storia nel suo ultimo libro Ma non dovevate andà a Londra (Liberoquotidiano.it)

Ha scritto un libro per Sperling & Kupfer, Ma non dovevate anda’ a Londra, in cui racconta un pezzo della sua vita, dagli 11 ai 32 anni. La sua vita si riassume nel sorriso, che fa scivolare le cose: spensierato, sincero, schietto, piacione, spavaldo, un po’ menefreghista e strafottente. (Corriere della Sera)

«Mi piaceva il calcio come sfottò e goliardia, negli Anni 80 allo stadio si andava con le damigiane di vino e le teglie di pasta, oggi non mi diverte più, a volte mi imbarazza vedere ragazzi così giovani che accedono subito a una ricchezza eccessiva. (RomaNews)