La propaganda di un uomo inadeguato

Non è stato un saluto istituzionale quello che il ministro Valditara ha rivolto ieri alla Camera dei deputati, ma il modo di intestarsi la nascita della Fondazione Giulia Cecchettin, dando il suo parere sulla violenza contro le donne in maniera assai paradossale. Appellandosi ai valori costituzionali, alle pari opportunità e alla civiltà offesa dal fenomeno della violenza maschile contro le donne – a una settimana esatta dalla giornata mondiale che ne ricorda, come ogni anno, il significato sistemico – il ministro non è sembrato così aggiornato, come il nome del suo dicastero imporrebbe, in particolare in due passaggi: ha citato la violenza sessuale che «si combatte anche riducendo i fenomeni di marginalità e di devianza legati alla immigrazione clandestina»; ha poi indicato il patriarcato conclusosi «come fenomeno giuridico» con la riforma del diritto di famiglia del 1975. (il manifesto)

Ne parlano anche altri media

Il padre di Giulia Cecchettin replica alle parole del ministro dell'Istruzione che hanno scatenato non poche polemiche (LAPRESSE)

E poi, nei giorni successivi: “Io non starò mai zitta, non mi farete mai tacere”. “È stato il vostro bravo ragazzo”, è la frase che il 18 novembre di un anno fa, nel giorno del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, sua sorella Elena rilanciò sui social. (la Repubblica)

Ma soprattutto di lotta. Lotta per lei, che non c'è più". (Fanpage.it)

Per Valditara la lotta al patriarcato è solo ideologia

'Sì'». Riceve una chiamata e mi dice 'Elena torniamo a casa dai'. (ilgazzettino.it)

Occorre non far finta di non vedere che l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale".… (L'HuffPost)

L’altra visione, quella del ministro dell’Istruzione Valditara, senza nessuna remora e nemmeno senso dell’opportunità, è quella dell’esclusione, del razzismo, dell’indicare il nemico da odiare, che non è il carnefice che sta in casa, il marito, il fidanzato, il collega, come dicono tutte le ricerche e anche le storie delle 120 vittime che ci sono state dalla morte di Giulia, no è l’immigrato, la “devianza, dice Valditara, portata dall’immigrazione clandestina”. (Radio Popolare)