Ucraina, serve una pace ingiusta

Gli ucrainisti più fanatici sono coloro i quali pur vivendo al caldo e in aree che si collocano fra Trieste e San Francisco, fra Vilnius e San Diego, vogliono una guerra fino all’ultimo ucraino, ben sapendo che questo generoso e sfortunato popolo non potrà mai vincere. L’Ucraina può solo immolare vite su vite, un innocente dopo l’altro, nel fuoco sacrificale di un Occidente che ha deciso di fare di Kiev l’ultima Thule della libertà. (Nicola Porro)
Se ne è parlato anche su altri media
E oggi il commento di Mario Ajello è sulla crisi del bipolarismo per la questione ucraina, quindi la pagina Americana con Angelo Paura e il prezzo chiesto da Trump per la pace in Ucraina mentre Anna Guaita ci svela altri dettagli del Pentagono gate, dall'America a Israele con Lorenzo Vita e la decisione di Netanyahu sui giudici, della crisi dei diplomifici italiani ci parla invece nella sua analisi Lorena Loiacono (ilmessaggero.it)
L’incontro di Gedda tra ucraini e americani e la recente telefonata tra Trump e Zelensky hanno ricondotto le relazioni tra i due governi su un binario più accettabile, sebbene nel quadro di una sempre più accentuata subordinazione di Kyiv. (Avvenire)
«Abbandonare l’Ucraina sarebbe una perdita per gli Stati Uniti, una perdita particolarmente evidente al loro principale concorrente, la Cina. Non è un caso che Pechino osservi silenziosamente e sostenga la Russia». (Il Sole 24 ORE)

Mentre Donald Trump mette in discussione l’impegno statunitense, l’Europa oscilla tra ambiguità e tentativi di rafforzamento autonomo. Quale sarà il destino dell’Occidente? Ne parla con noi Edward Luttwak, storico consulente strategico del Pentagono, a margine dell’incontro del RifoClub Napoli all’Hotel Romeo. (Il Riformista)
Sarà, davvero, pace? Di più, sarà una pace duratura? Soprattutto, da quali strade (leggi concessioni) passerà un’eventuale intesa «totale» fra Russia e Ucraina? Mentre il presente racconta di un accordo – a guida statunitense – per una navigazione sicura nel Mar Nero, con il Cremlino che spinge per la rimozione di alcune sanzioni occidentali, il passato rimanda a Minsk I e II. (sbilanciamoci.info)
I negoziati per una tregua in Ucraina continuano a destare preoccupazione, con posizioni contrastanti tra gli attori principali, dice Federico Rampini. Dall’altro, il presidente russo Vladimir Putin non appare sotto pressione e potrebbe persino trarre vantaggio dal prolungamento del conflitto, consolidando ulteriormente il suo controllo autoritario sulla società russa attraverso un’economia di guerra che facilita la repressione interna. (Corriere TV)