Piazza pro Europa "pagata con 270mila euro di soldi pubblici": la Lega presenta un esposto
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"A seguito delle sconcertanti notizie di stampa secondo le quali la manifestazione ’Una piazza per l’Europa' è stata pagata dal Campidoglio con 270mila euro di soldi pubblici, la Lega è pronta a presentare un esposto e ad agire in tutte le sedi": lo si legge in una nota del partito di Matteo Salvini a proposito della manifestazione di sabato 15 marzo in piazza del Popolo a Roma, convocata dal giornalista di Repubblica Michele Serra, a sostegno dell'Europa. (Liberoquotidiano.it)
Su altri giornali
Da Carlo Calenda a Ugo Rossi, da Gianpaolo Poli a Paolo Endrici 600 firme per il manifesto ''Con l'Ucraina, per la sovranità europea, per la pace'': oltre 200 raccolte sotto l'acqua tra i 1.000 di Trento (il Dolomiti)
Europa Europa, poi alla fine pagano i romani... Mica ce li ha messi negli 800 miliardi per le armi, Ursula von der Leyen, gli spiccioli per Roma capitale. Macchè, Roberto Gualtieri, per la manifestazione “spontanea” di sabato scorso ha dovuto aprire il borsellino della città e ha tirato fuori 270mila euro. (Liberoquotidiano.it)
Proprio in tempi in cui i giovani soffrono di indifferenza e sfiducia nel futuro è importante dare un esempio di partecipazione e volontà di esserci come corpo sociale e come intesa solidale. Tanti corpi riuniti per difendere l’Europa, sull’invito di un grande giornalista-scrittore, Michele Serra, indicano una volontà di creare il futuro, di condividere dei valori. (Corriere della Sera)
Una delle note più stonate è stato l’elenco dei geni occidentali, da Socrate in giù, fino a Leopardi, che «gli altri non hanno», ha asserito Roberto Vecchioni come fosse ovvio: un primato culturale europeo su tutto il resto del mondo. (il manifesto)
E tutto questo c’è stato. A colpo d’occhio, dall’alto del Pincio, sabato passato Elly Schlein, la segretaria del Pd, guadava la piazza dell’Europa, la piazza chiamata da Michele Serra, la piazza dei 50 mila. (la Repubblica)
Una manifestazione per l’Europa, ma pagata dai romani. Un raduno indetto da un editorialista di Repubblica, rilanciata dallo stesso quotidiano, eppure sostenuta economicamente non dall’editore bensì dai contribuenti. (Nicola Porro)