La moglie di Raffaele Cutolo arriva dal marito, le prime parole: "Sto troppo male, ora sono io a chiedere rispetto"

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Voce di Napoli INTERNO

0 Facebook Le parole della moglie di Raffaele Cutolo a Parma: “Sto troppo male, ora chiedo rispetto” Cronaca 18 Febbraio 2021 14:59 Di redazione 1'. Intorno alle 10.30 di questo giovedì mattina la moglie di Raffaele Cutolo, Immacolata Iacone, è arrivata all’ospedale di Parma davanti all’ingresso per la sala mortuaria, dove si trova il cadavere del marito.

Capisco tutti, rispetto tutti ma ora sono io a chiedere rispetto”

Cosa ha detto la moglie di Raffaele Cutolo. (Voce di Napoli)

Se ne è parlato anche su altri media

Lui era in cattiva salute da diversi mesi e quindi lasciare in 41 bis un uomo così malato per me è stata una barbarie”, ha detto Aufiero Cutolo, detenuto al 41 bis per circa trent'anni, versava ormai da tempo in gravi condizioni di salute. (NapoliToday)

Il boss responsabile della distruzione dell’economia meridionale, che visse e comandò dal carcere». La ferocia, l’astuzia, il potere del più potente camorrista (Corriere TV)

Il ritorno a Ottaviano. Al termine degli accertamenti medico-legali, la salma sarà liberata e a disposizione dei familiari, che dovrebbero riportare il corpo a Ottaviano, in provincia di Napoli, città natale di Raffaele Cutolo e nella quale vivono moglie e figlia Potrebbe inoltre decidere di far svolgere l’autopsia o un esame esterno del cadavere. (Il Fatto Vesuviano)

“Quella marcia fu la scintilla di una intera generazione che rifiutava la camorra. Il prefetto di Napoli Valentini in visita al castello dal nostro inviato Dario del Porto 18 Febbraio 2021 dal nostro inviato Dario del Porto. (La Repubblica)

Il fondatore nonché capo della Nuova Camorra Organizzata aveva 79 anni ed era il carcerato al 41bis più anziano. Inoltre, proprio in quegli anni, Cutolo entrò in crisi nella sua stessa terra, in Campania, dove il suo clan perse pezzi e potere. (l'Immediato)

A pochissimo tempo dalla uccisione di Aldo Moro, la Democrazia Cristiana intavolò una trattativa sfacciata per salvare la pelle all’uomo politico campano. Cirillo fu liberato e immediatamente ri-sequestrato da un gruppo di agenti e dal suo padre politico Antonio Gava: concordarono la versione da offrire sulla sua prigionia e soprattutto sulla sua liberazione. (Il Fatto Quotidiano)