Voto in Moldavia, accuse incrociate di brogli e interferenze I due volti (sofferti) di un Paese spaccato

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Le bandierine dell’Unione europea sono rimaste sulle sedie. Ne era stata posata una per ogni ospite, davanti al megaschermo allestito nel quartier generale del sì all’Europa. Anche ieri mattina, nonostante la vittoria all’ultimo voto, nessuno si è sentito di sventolarla. Questa del referendum moldavo è una storia a due facce. E appartengono entrambe alla stessa persona. Le accuse Nella notte di domenica, la presidente Maia Sandu è salita sul podio con il viso stravolto dalla rabbia e gli occhi lucidi. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Il voto in Moldova nelle elezioni presidenziali e nel referendum sul cambiamento della Costituzione in vista dell'adesione all'Ue è stato caratterizzato da "interferenze e intimidazioni senza precedenti da parte della Russia". (Adnkronos)

L’attuale presidente è stata infatti eletta per un primo mandato nel 2020, sconfiggendo il capo dello Stato uscente, Igor Dodon, noto per i rapporti molto saldi con la Russia. La rinuncia di Dodon a correre nuovamente alle presidenziali del 2024 ha dato a Sandu un chiaro vantaggio, permettendole di avviarsi ad una riconferma al secondo turno. (Treccani)

Moldova, la denuncia dell'Ue sulle "intimidazioni" di Mosca

Il “sì” al referendum popolare sull’adesione è passato in testa lunedì mattina (21 ottobre), il giorno dopo la chiusura delle urne, e pare che la volata sia stata tirata dai residenti all’estero. Ma domenica si è votato anche per le presidenziali: la presidente uscente Maia Sandu, un’europeista che ha ripetutamente denunciato ingerenze russe nel processo democratico nazionale, è in vantaggio, ma dovrà andare al ballottaggio tra due settimane. (EuNews)