Autonomia differenziata: Cgil e Uil dicono no

Cgil e Uil dicono no all’Autonomia differenziata e saranno protagoniste del Comitato promotore del referendum per abrogare la Legge Calderoli. “Consideriamo l’autonomia differenziata profondamente sbagliata e controproducente, perché aumenterà inevitabilmente i divari territoriali e le diseguaglianze sociali. Si tratta di una vera e propria controriforma che non danneggerà solo il Meridione, ma l’intero Paese, negandogli prospettive di crescita sociale, occupazionale ed economica”, affermano in una nota congiunta i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri (CGIL)

Se ne è parlato anche su altre testate

C’era una volta Vincenzo De Luca, il governatore della Campania e arci-nemico dell’Autonomia differenziata, quello che lo scorso febbraio si era presentato di fronte a Palazzo Chigi alla testa di 550 sindaci e altri 5.000 compari provenienti da tutto il Meridione per contestare la riforma «che spacca l’Italia e condanna al declino il Sud». (Liberoquotidiano.it)

L’autonomia differenziata non farà bene a energia, ambiente, rifiuti, difesa del suolo. La gestione dei rifiuti come paradigma del fallimento di una legge sbagliata. (FIRSTonline)

Per questo … Perché ora le opposizioni hanno davvero la voglia, la necessità o magari anche solo la tentazione di unirsi, e perché nella maggioranza qualche crepa, elettorale e non, si intravede davvero. (Il Fatto Quotidiano)

Autonomia, nasce il comitato per il referendum. Sindacati, opposizioni e associazioni: “Fronte ampio contro legge che divide”

Quest'ultimo passaggio, che segue la promulgazione del Presidente della Repubblica, è decisivo per la sua entrata in vigore, prevista il 13 luglio. Ci avviciniamo sempre più ad un momento storico per l'Italia: sarà finalmente possibile rinnovare il Paese nel segno della responsabilità e della trasparenza, riducendo i divari e garantendo servizi essenziali ai cittadini su tutto il territorio nazionale. (Tuttosport)

Vediamo quando, come e perché. Già decorrono i 60 giorni per il ricorso in via principale alla Corte costituzionale di una o più regioni, mentre la richiesta di referendum abrogativo da parte di 5 consigli regionali e/o 500mila cittadini deve essere presentata entro il 30 settembre. (La Repubblica)

E si prepara alla sfida annunciata: quella che porterà al referendum abrogativo. Stamattina la prima tappa concreta, tre giorni dopo la firma definitiva della legge da parte del Quirinale: partiti politici di opposizione, organizzazioni confederali Cgil e Uil e numerose realtà associative del Paese si sono riuniti “per affrontare gli adempimenti necessari a depositare in Corte di Cassazione il quesito abrogativo della legge Calderoli e avviare quanto prima la campagna referendaria”. (la Repubblica)