Mattarella: «È sempre tempo di Resistenza», tra storia e attualità
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«È sempre tempo di Resistenza, sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata». Con queste parole, pronunciate al teatro nazionale di Genova in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, Sergio Mattarella ha chiuso un discorso che, pur radicato nella memoria storica, ha guardato oltre. Il capo dello Stato, senza citare esplicitamente polemiche recenti, ha scelto di riaffermare i principi fondativi della lotta partigiana – libertà, democrazia, solidarietà – come pilastri non negoziabili del presente. Un messaggio che, seppur rivolto al passato, sembra interrogare direttamente le contraddizioni dell’oggi.
Non è un caso che Mattarella abbia fatto ricorso a un’enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, per ribadire un concetto chiave: «Ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle precedenti». Un richiamo che, alla vigilia dei funerali del pontefice, assumeva un doppio significato, legando idealmente l’eredità della Resistenza a quella di un uomo che ha fatto della giustizia sociale una delle sue battaglie. «Non ci si può accontentare di quanto ottenuto», ha aggiunto il presidente, sottolineando come le ingiustizie ancora esistenti impongano una riflessione collettiva.
La Resistenza, ha ricordato Mattarella, non fu solo una reazione all’occupazione nazifascista, ma un movimento europeo che seppe unire popoli diversi attorno a un obiettivo comune: la pace come «condizione normale delle relazioni tra i popoli». Un ideale che, in Italia, si scontrò con la violenza delle «bande repubblichine», dedite a un «culto della morte» estraneo alla tradizione democratica. Eppure, proprio in quel contesto, emerse una solidarietà capace di superare i rancori del recente passato bellico.
Tra i presenti alla cerimonia, Mario Candotto, 99 anni compiuti da poco, ha portato con sé una storia emblematica delle sofferenze patite. Deportato a Dachau insieme al padre dopo una delazione – la sua casa, a Monfalcone, era diventata un rifugio per antifascisti – ha perso la madre ad Auschwitz e i fratelli maggiori, caduti tra i partigiani. «Speravo, dopo 80 anni, di trovare un mondo un po’ migliore», ha confidato con amarezza. Una testimonianza che, come quelle di tanti altri, ricorda il prezzo pagato per la libertà.