Addio a Carra, vittima di Mani Pulite. Quelle manette come arma di tortura

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ilGiornale.it INTERNO

Quell'immagine borbonica di un uomo sfilacciato è una delle foto simbolo di Mani pulite. L'icona di una stagione in cui le manette venivano prima della giustizia e la giustizia si misurava col metro del pentimento. È il 4 marzo 1993 e Enzo Carra, potente portavoce della ormai moribonda Dc, sfila con le manette ai polsi attraverso i grandi saloni del Palazzo di giustizia di Milano. Antonio Di Pietro e il Pool gli contestano un reato cucito come un abito di sartoria su di lui: le false informazioni al pubblico ministero. (ilGiornale.it)

La notizia riportata su altre testate

Di Enzo Carra, del mio amico Enzo Carra, morto a 79 anni, temo che si continuerà sfortunatamente a ricordare non tanto la sua lunga e apprezzata attività giornalistica, saggistica e politica, quanto quella maledetta fotografia che negli anni terribili di Tangentopoli – o di Mani pulite, come i magistrati di Milano vollero chiamare le loro indagini sul finanziamento illegale dei partiti – lo riprese barbaramente in manette nei corridoi del tribunale ambrosiano mentre raggiungeva l’aula del suo processo. (Start Magazine)

Chi era Enzo Carra: seppe rialzarsi e rifarsi una vita tra politica e giornalismo di Stefano Folli Enzo Carra (ansa) (la Repubblica)

Roma, 2 feb "Enzo Carra è stato una persona perbene che ha sempre servito la politica senza mai servirsene. Nella sua vita, negli anni di tangentopoli, ha dovuto affrontare i furori giustizialisti per la sola ragione di essere stato collaboratore del Segretario della DC, Arnaldo Forlani. (La Sicilia)

E' morto a Roma a 79 anni Enzo Carra, giornalista ed ex portavoce della Dc ai tempi di Forlani. Nel 1993 l'interrogatorio di Antonio Di Pietro con lui in manette fece discutere l'opionione pubblica (La Repubblica)

“Garbo, intelligenza, ironia” riassume Mario Ajello sul Messaggero. “Portavoce e consigliere gentile, sottile, colto e scettico quanto bastava per influenzare i giornali” lo definisce Filippo Ceccarelli su Repubblica. (Il Fatto Quotidiano)

Quando scoppia Tangentopoli, Carra viene coinvolto in un episodio che resta negli archivi, per l'immagine e il dibattito che ne segue: la foto di un potente che arriva in tribunale addirittura con i ferri ai polsi è di grande impatto e scatena un'accesissima polemica tra garantisti e giustizialisti. (L'HuffPost)