Assalto armato a Sassari, bottino di alcuni milioni di euro, le pensioni sono salve

Il commando armato (almeno una ventina di persone) è ancora in fuga col bottino dopo il colpo alla Vedetta 2 Mondialpol: sono comunque salvi i soldi delle pensioni in pagamento nei prossimi giorni. Ed ora è caccia all'uomo. (Fanpage.it)

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La Mondialpol scrive a Piantedosi dopo l’assalto del commando paramilitare (Sassari Oggi)

L'istituto di vigilanza Vedetta 2 Mondialpol, dopo avere subito la settimana scorsa l'ennesimo assalto alla sede di Sassari con un commando di venti banditi armati che si sono portati via milioni di euro (l’ammontare del bottino è ancora da quantificare) chiede un incontro urgente con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e con il sottosegretario Molteni. (L'Unione Sarda.it)

Sassari, il racconto dell'assalto Mondialpol: «Ci siamo barricati in palestra e nei bar, ora abbiamo paura»

Un bottino gigantesco, frutto di un assalto che sembra avere non pochi punti oscuri e in merito al quale si sono scatentate le polemiche, per le modalità, la durata e il mancato intervento nell'immediato nonostante strade bloccate e auto date a fuoco dai banditi. (Casteddu Online)

L'istituto di vigilanza Vedetta 2 Mondialpol, dopo avere subito la settimana scorsa l'ennesimo assalto alla sede di Sassari con un commando di venti banditi armati che si sono portati via milioni di euro, chiede un incontro urgente con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e con il sottosegretario Molteni, "per capire come il Ministero abbia intenzione di mettere in sicurezza la nazione a tutela delle persone e dei beni che ogni giorno consentono la libera circolazione del denaro e quindi la funzionalità del sistema Paese". (Tiscali Notizie)

Sassari «Abbiamo sentito i primi spari verso le 20.15. Sono corso fuori dal locale per capire cosa stesse succedendo e laggiù, vicino alla concessionaria, ho visto delle persone con il fucile in mano che sparavano ad altezza d’uomo, allora sono tornato al bar e ci siamo barricati dentro per più di un’ora». (La Nuova Sardegna)