Il terremoto dell’intesa Ue. Coalizioni italiane in frantumi

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LA NOTIZIA INTERNO

Verdi e Cinque Stelle voteranno contro la nuova Commissione. Il Pd va in ordine sparso. No anche dalla Lega L’intesa tra Popolari, Socialisti e Liberali, trovata nella tarda serata di mercoledì sera sui sei vicepresidenti esecutivi di Ursula von der Leyen – Raffaele Fitto e Teresa Ribera in testa – suggella un fragile patto europeista. Che di fatto sposta a destra la nuova Commissione europea. L’intesa politica sarà formalizzata alla plenaria del Parlamento europeo il 27 novembre con uno scrutinio palese che, a fronte della probabile defezione dei Greens, questa volta conterà anche i voti di Fratelli d’Italia. (LA NOTIZIA)

Su altri media

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha le idee chiare sugli equilibri del mercato dell'auto: "Se non fosse per l’auto che è il nostro problema in Europa, noi quest’anno avremmo scalato la quarta posizione come esportatore globale. (Liberoquotidiano.it)

Per evitare che il settore dell’automotive resti impantanato in una crisi potenzialmente esplosiva, è necessaria maggiore flessibilità nell’applicazione delle norme e bisogna attivare la leva finanziaria, magari anche attraverso gli incentivi, ma a patto che si privilegi l’acquisto di mezzi “Made in EU”. (La Stampa)

Le cose però sono più complicate: prima di tutto la matematica d’aula dimostra come una maggioranza alternativa, seppur esistente sulla carta, sia nei fatti molto difficile da comporre e darebbe un ruolo centrale non solo all’ECR ma pure alla destra estrema di Marine Le Pen e AfD, un rischio che forse Weber sarebbe anche disposto a correre ma che vede la ferma contrarietà di un pezzo importante del mondo cristianodemocratico europeo. (Treccani)

L’Europa di Ursula bis nasce azzoppata e con pesanti ipoteche

A cosa è servita? A tenere un po’ di riflettori accesi su un Parlamento europeo (che ha creato lui questa procedura che non è prevista dai Trattati) che ha dimostrato di non meritarli. La penosa recita delle audizioni dei candidati commissari europei sembra giunta al termine. (EuNews)

Il prezzo del compromesso sono due ipoteche. E non è mai un buon viatico quando un contratto che deve essere solido e resistente come quello che dà il via al governo dell’Unione europea nasce con queste premesse. (Quotidiano del Sud)

Hanno infatti fatto propria, per giorni, l’ostilità dei “popolari” spagnoli – in realtà gli eredi del franchismo, appena riverniciati – alla nomina della connazionale Teresa Ribera, “socialista” e vicepresidente del governo Sanchez, nonché ministro della Transizione ecologica e della sfida demografica. (Contropiano)