Crisi Coin, al via il piano di risanamento: nessuna azione unilaterale dall’Azienda
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Si è tenuto ieri il Tavolo di Crisi per il Gruppo Coin presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). L’incontro, presieduto dal Ministro Adolfo Urso, ha visto la partecipazione dei rappresentanti dell’azienda, della Regione Veneto e delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. L’obiettivo principale del confronto è stato quello di avviare una strategia condivisa per il risanamento e il rilancio dell’azienda, garantendo la tutela dei 1331 lavoratori impiegati dal Gruppo. (Corriere dell'Economia)
Se ne è parlato anche su altri media
Nel 2025 chiuderanno i battenti 8 punti vendita del Gruppo Coin, la catena italiana di grandi magazzini operativa nel settore della vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori per la casa. Dopo il negozio di Grugliasco, nel torinese, che sarà dismesso già a gennaio, nel corso dell’anno sono previste le chiusure di altri sette negozi storici: Roma Lunghezza, Roma Bufalotta, San Donà di Piave (VE), Latina, Vicenza, Milano City Life e Sesto Fiorentino (FI). (UILTuCS)
I temi sono stati al centro di un confronto tra le parti che si è svolto a Roma, al ministero del Made in Italy nel corso del quale è stato comunque presentato un piano di risanamento secondo il quale un ritorno alla redditività dovrebbe potersi registrare nel 2026. (Corriere della Sera)
Da Coin a La Perla, tutti i dossier del Mimit Con Conbipel e Natuzzi sono quattro i tavoli di crisi aperti al Ministero delle imprese e del Made in Italy. «Serve arginare i profili di fragilità cui le imprese del comparto moda sono esposte», ha spiegato in esclusiva a MFF il sottosegretario Fausta Bergamotto (Milano Finanza)
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Otto negozi del gruppo Coin chiudono nel 2025. Lo snellimento della catena italiana di vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori per la casa è alle porte. (La Stampa)
In particolare, al Mimit, il ministero del Made in Italy, si è aperto il tavolo di crisi del Gruppo Coin con le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che nei giorni scorsi hanno dichiarato sciopero. (MilanoToday.it)