Patto col fisco valido anche se si presentano dichiarazioni integrative per l'anno 2023

Il patto col fisco resta valido anche se si presentano dichiarazioni integrative per l'anno d'imposta 2023, quello preso a base per la formulazione della proposta biennale, ma a condizione che la modifica non generi un variazione del reddito oggetto del concordato superiore del 30% rispetto a quello originariamente segnalato all'agenzia delle entrate. Questa è una delle più importanti indicazioni fornite con la circolare 18/E pubblicata lo scorso 17 settembre 2024 dall'agenzia delle entrate ed avente ad oggetto i primi chiarimenti sulla disciplina del concordato preventivo biennale (ex articoli da da 6 a 37 del dlgs 13/2024). (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altri media

Concordato preventivo biennale, decadenza dalla rottamazione quater monitorata speciale ai fini dell’accesso e del successivo venir meno del patto con il Fisco. (Informazione Fiscale)

Chi, avendo aderito al patto, supera nel corso del 2024 la soglia dei 100.000 euro, pur fuoriuscendo dal regime, potrà applicare sul reddito eccedentario la tassazione specifica con le aliquote più ridotte (10% o 3% per i soggetti start up). (Italia Oggi)

Accertamenti fiscali prorogati, ma per pochi

L'emendamento prevede anche più tempo per i controlli: per le partite Iva soggette agli Isa che non aderiscono al ravvedimento i termini di decadenza dell'accertamento in scadenza il 31 dicembre 2024 sono prorogati al 31 dicembre 2025; per quelle che aderiscono sono prorogati fino al 31 dicembre 2027. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

La prima riguarda i contribuenti Isa che aderiscono al concordato preventivo biennale e si avvalgono del ravvedimento speciale per uno o più periodi d’imposta dal 2018 al 2021. Per loro scatta la proroga al 31 dicembre 2027 dei termini di accertamento per il periodo (o i periodi) d’imposta oggetto di regolarizzazione. (NT+ Fisco)