Borse, la Fed prospetta tagli dei tassi quest’anno e rivede in calo le stime del Pil Usa. Oggi tocca alla Boe. Occhi su RearmEu

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FIRSTonline ECONOMIA

Dopo il nulla di fatto ieri della Fed, oggi tocca a Banca d’Inghilterra, la Banca nazionale svizzera e la Riksbank annunciare la loro decisione sui tassi. Le borse europee sono viste aprire sulla parità. Occhi a Nexi, A2a La Fed ieri non si è mossa sui tassi, come previsto, ma ha lasciato aperta la porta a riduzioni nel corso dell’anno dopo aver rivisto al ribasso le sue stime per il Pil Usa e al rialzo quelle dell’inflazione. (FIRSTonline)

La notizia riportata su altri media

Lo scrive in un post sul suo social Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo che ieri la Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse al 4,25%-4,5% , livello a cui li aveva portati il 18 dicembre. (Il Sole 24 ORE)

I dazi rinviati dalla UE Lo scontro con Powell (Virgilio Notizie)

La Federal Reserve (FED), ovvero la banca centrale degli Stati Uniti, ha il compito di garantire la stabilità dell’economia attraverso il controllo della politica monetaria. Uno degli strumenti più importanti a sua disposizione è proprio la gestione dei tassi d’interesse a breve termine che in termini semplici lo possiamo paragonare al “costo del denaro”. (Websim)

«Il presidente ha tutto il diritto di criticare la decisione (della Fed ) e ha detto chiaramente che crede che tassi di interesse più bassi aiuteranno il paese a prosperare e che questa amministrazione sta lavorando per abbassare il tasso di inflazione causato dalla precedente amministrazione», ha argomentato la 27. (Corriere del Ticino)

ROMA – Mentre Wall Street rimbalzava in risposta alla conferma da parte della Federal Reserve che i tassi d’interesse sarebbero rimasti invariati, Donald Trump scriveva un messaggio a metà tra l’invito e la minaccia proprio contro la Banca centrale di Washington. (la Repubblica)

Durante i 4 anni di presidenza Biden l’inflazione statunitense è aumentata molto, come in tutti i paesi del mondo, a causa della pandemia, tra il 2021 e metà 2022 passando dal 2 ad oltre l’8%. (Il Fatto Quotidiano)