Il tesoro ignorato dalle agenzie di rating
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Spesso sottovalutata dalle agenzie di rating, l'Italia vanta nei suoi forzieri un'arma che tuttora non fa valere come invece dovrebbe: l'enorme ricchezza delle famiglie e delle imprese. Basti dire che secondo quanto riporta il Centro studi di Unimpresa, il peso finanziario di cittadini e aziende ha continuato a lievitare e, nel 2024, la ricchezza aggregata ha raggiunto quota 8.306 miliardi di euro, con un balzo del 3,9% rispetto al 2023, corrispondente alla bellezza di 316 miliardi in più. (il Giornale)
Su altre fonti
/// Il peso finanziario, in Italia, del comparto privato, composto da cittadini e aziende, continua a crescere, consolidandosi come il vero motore economico del Paese: nel 2024, la ricchezza finanziaria aggregata di famiglie e imprese raggiunge un totale di 8.306 miliardi di euro, con un incremento complessivo di 316 miliardi rispetto al 2023 (+3,9%). (agenzia giornalistica opinione)
Gli imprenditori costituiscono il 23% dei clienti del private banking italiano e sono intestatari del 30% delle masse affidate agli specialisti di grandi patrimoni. (Advisoronline)
Si stima che questo livello rimarrà stabile almeno fino al 2027. Nonostante ciò, una parte significativa di questa ricchezza continua a essere conservata in liquidità, mentre il tasso di risparmio delle famiglie è sceso progressivamente negli ultimi decenni, passando dal 28% degli anni Ottanta all’attuale 8,4%. (Economy Magazine)
Il peso finanziario del comparto privato continua a crescere: nel 2024, la ricchezza finanziaria aggregata di famiglie e imprese raggiunge un totale di 8.306 miliardi di euro, con un incremento complessivo di 316 miliardi rispetto al 2023 (+3,9%). (Notizie d'Abruzzo)
Crescita sarà la parola chiave della XX edizione del Forum AIPB - Associazione Italiana Private Banking, dal titolo "Il Private Banking per la crescita", che si terrà domani, a Palazzo Mezzanotte a Milano. (Teleborsa)
In media il portafoglio delle famiglie italiane è composto al 50% da liquidità, al 40% da bond e solo per il restante 10% dalle azioni. Un problema che si ripercuote in una dinamica poco indagata ma molto preoccupante: negli ultimi 20 anni la ricchezza complessiva delle famiglie ha registrato una crescita media annua nominale dell’1,6%, ma in termini reali è addirittura scesa dell’1,4%. (Milano Finanza)