Ad Haiti aumenta il reclutamento di bambini soldato
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Città del Vaticano Lo sguardo perso nel vuoto e tra le braccia un fucile, quasi più grande di lui. Forse ha già ucciso qualcuno o si sta preparando a farlo. Alla sua età non vorrebbe essere lì, non dovrebbe essere lì. Eppure non è il solo ad essere costretto a giocare alla guerra: di “soldati” come lui, ad Haiti, ce ne sono migliaia. Bambini a cui le gang armate, che da tempo stanno insanguinando il Paese caraibico con scontri e violenze, strappano sogni innocenti (Vatican News - Italiano)
Su altri giornali
Lo riferisce il Fondo delle Nazioni unite per l'infanzia (Unicef) evidenziando che la metà dei membri delle gang haitiane oggi sono bambini, senza tuttavia fornire numeri. Il picco senza precedenti registrato tra il secondo trimestre del 2023 e il 2024 indica un peggioramento della situazione sull'isola caraibica, che affronta una delle peggiori crisi politiche, sociali e umanitarie della sua storia. (Il Messaggero Veneto)
Nel frattempo, i bambini che vivono nelle aree sempre più ridotte al di fuori del controllo dei gruppi armati sono spesso visti con sospetto e rischiano di essere marchiati come spie o addirittura uccisi dai movimenti di vigilantes. (UNICEF Italia)
Medici senza frontiera ha dovuto sospendere temporaneamente le attività a Port-au-Prince, ad Haiti, dopo che il team e i pazienti sono stati vittime di ripetute minacce e violenze da parte della polizia. (Avvenire)
Come avevano previsto i movimenti popolari, la tanto celebrata Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza ad Haiti si sta dimostrando totalmente irrilevante: malgrado il dispiegamento, alla fine dello scorso giugno, delle forze di sicurezza keniane, a cui si sono poi uniti contingenti militari di altri paesi, le bande criminali controllano ancora l’80% di Port-au-Prince, seminando più che mai il terrore tra la popolazione. (il manifesto)
L’intensificarsi degli scontri tra bande armate, polizia e civili ad Haiti ha costretto le Nazioni Unite a ordinare l’evacuazione del proprio personale dalla capitale, Port-au-Prince, dove, al momento, la maggior parte delle ambasciate straniere sono chiuse. (L'INDIPENDENTE)
Ripetute minacce e violenze da parte delle forze di polizia verso lo staff e i pazienti ci hanno costretto a sospendere temporaneamente le attività a Port-au-Prince, ad Haiti. (Medici Senza Frontiere)