Sabrina Ferilli, gli ebrei e la Zona di Interesse | Il Caffè di Massimo Gramellini

Pazienza per Ceccherini, ma ci si è messa pure Sabrina Ferilli, una che sembrava allergica ai luoghi comuni. Alla vigilia della cerimonia degli Oscar ha scritto: »Se dovesse vincere La zona di interesse, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano», Allora ce lo dica, signora Ferilli, visto che lo sa. Tiro a indovinare: perché parla della Shoah e a Hollywood la lobby ebraica la fa da padrona; basta che uno ambienti il suo film nei dintorni di Auschwitz e le statuette gliele tirano dietro, mentre un racconto sui migranti come quello di Garrone non gode di protezioni in alto loco. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

Le scuse di Ceccherini Ospite di Francesca Fialdini a Da noi… a ruota libera, prima che gli Oscar venissero assegnati, Massimo Ceccherini aveva commentato così: “Sappiate che il film della cinquina è più bello solo che non vincerà perché vinceranno gli ebrei”. (Trash Italiano)

Mi sembra incredibile che lo scandalo di Massimo Ceccherini, ieri ospite di una trasmissione Rai, finisca soltanto nelle pagine interne del Corriere della Sera. Che in questo momento Ceccherini se ne esca con una frase di questo tipo, mi sembra davvero incredibile. (Nicola Porro)

Lui è nell’Appennino, in pigiama, col cane Lucio. Lo raggiungiamo al telefono, nel pieno della notte. (Luce)

Che gli Oscar tengano conto del tema più che dello stile, dell'attualità del contenuto prima della bellezza della forma, è un fatto che molti evidenziano. (MOW)

Proprio mentre esplodeva il caso di Massimo Ceccherini, tra gli sceneggiatori del film di Matteo Garrone, che proprio in vista della serata degli Oscar aveva detto: «Sappiate che il film della cinquina è già bello solo che non vincerà, perché vinceranno gli ebrei». (Open)

“Se dovesse vincere l’Oscar La zona di interesse, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io, Capitano. Così è stato perché il film di Jonathan Glazer sulla vita della famiglia del comandante del campo di sterminio di Auschwitz ha poi incassato la vittoria con tanto di potente dichiarazione politica del regista. (Il Fatto Quotidiano)