Queer, il racconto di Luca Guadagnino e Daniel Craig: «È il nostro inno alla diversità»
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Al suo primo giorno di uscita, avantieri, “Queer” è stato l’incasso migliore, per copia, nelle sale italiane. Il film che Luca Guadagnino ha tratto dal libro di William Burroughs vive lungo tutti i suoi 140 minuti sull’interpretazione multiforme di Daniel Craig, elegantissimo e intenso, consunto, nel passaggio dalla ambientazione urbana alla giungla sudamericana dove si chiude la narrazione-inno alla diversità, quando il protagonista è alle prese con la ricerca psichedelica al limite della coscienza tra le radici magiche e la guida spirituale di una stregona: un'opera spezzata in due, divisa nel rapporto tra pagina scritta e immagini. (ilmattino.it)
La notizia riportata su altri giornali
Il cantiere, dopo l’approvazione del progetto esecutivo da parte della giunta guidata da Giuseppe Mascia, punta ad accendere i motori già in aprile. Il percorso per realizzare la struttura comunale di via Kennedy entra nel vivo. (SARdies.it)
Queer, in effetti, conduceva Burroughs in luoghi misteriosi, sia dal punto di vista personale, sia dal punto di vista dello stile. Queer è il primo libro in cui Burroughs diventa se stesso, ovvero anche un grande scrittore comico-satirico e uno sperimentatore a caccia di ogni modo possibile per ridare vita alle parole consunte. (il Giornale)
Passa le sue giornate quasi del tutto da solo, se si escludono le poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana. William Lee è un americano sulla soglia dei cinquanta espatriato a Città del Messico. (Cinecittà News)

MILANO – Tra le molte cose potenti di Queer, il nuovo film di Luca Guadagnino che arriva in sala il 17 aprile, c’è senza dubbio la colonna sonora, una miscela che, a fianco dello score originale firmato da Trent Reznor e Atticus Ross, mescola Nirvana e Sinead O’Connor (i titoli di testa sono costruiti sulla sua versione di All Apologies dei Nirvana), New Order e Prince passando per i Verdena, che si ascoltano nel locale di Città del Messico frequentato da William Lee, il personaggio interpretato da Daniel Craig, che sarebbe poi William Burroughs (The Hot Corn Italy)
io sono ‘Queer’ Non è il film della sua vita, perché «tutti i film sono film della vita». Ma è da più di trent’anni che il nostro autore più libero, anticonformista, internazionale, cool voleva adattare il libro di Burroughs (Rolling Stone Italia)
Craig è infatti entrato ’virtualmente’ nel Fulgor, dal momento che l’attore già noto per il ruolo di 007 si è video-collegato per raccontare la storia di Lee (interpretato proprio da Craig) e Eugene (Drew Starkey) che sperimentano il loro amore e allo stesso tempo la loro ossessione attraverso un viaggio in Sud America, con un finale inaspettato. (il Resto del Carlino)