Tragedia a Udine: uccide l’ex moglie e muore in un incidente stradale

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INTERNO

Un duplice evento drammatico ha sconvolto Udine, dove un uomo ha ucciso la propria ex moglie per poi perdere la vita poco dopo in un incidente stradale. I dettagli dell’accaduto sono stati ricostruiti dal procuratore Massimo Lia, che ha illustrato i contorni di una vicenda segnata da violenze pregresse e da un sistema di controllo giudiziario che, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe potuto essere più stringente.

Mohamed Naceur Saadi, 59 anni, si trovava agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per una condanna a cinque anni inflittagli per precedenti violenze contro la ex moglie, Samia Bent Rejab Kedim, 46 anni, e altri familiari. Nonostante la condanna, gli era concesso un permesso di due ore due volte a settimana per motivi logistici, come fare la spesa o cercare lavoro. In quelle finestre temporali, però, il dispositivo non era programmato per segnalare eventuali avvicinamenti alla vittima, a differenza di quanto avviene con i braccialetti per il divieto di avvicinamento.

Proprio durante uno di quei permessi, Saadi ha raggiunto l’ex compagna nella loro ex abitazione, un appartamento Ater a Udine, e l’ha aggredita con un oggetto tagliente e contundente, uccidendola. Poche ore dopo, l’uomo è morto a sua volta in un incidente stradale, in circostanze ancora oggetto di accertamenti.

La figlia della vittima, Miriam Saadi, 21 anni, ha parlato al Messaggero Veneto raccontando che la madre «era terrorizzata» e che «non è stata tutelata abbastanza». «Voleva solo essere libera e felice», ha aggiunto, sottolineando come le minacce e le violenze fossero state reiterate nel tempo. Le sue parole riaccendono il dibattito sull’efficacia delle misure di protezione per le vittime di violenza domestica, soprattutto nei casi in cui gli aggressori godono di libertà condizionate.