La grande fuga dal Libano che guarda l’abisso

Non è ancora l’alba nel campo profughi di Shatila quando migliaia di persone prese dal panico iniziano a riversarsi nelle strade. La notte tra il 27 e il 28 settembre è stata una delle più difficili per la capitale libanese di Beirut, a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti israeliani nel vicino quartiere di Dahiyeh, che hanno portato all’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, assieme ad altre decine di morti e feriti tra civili. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altri media

Mentre in Libano la comunità sciita piange il leader del Partito di Dio, ucciso venerdì in un massiccio raid aereo, il quartiere di Dahiyeh della capitale libanese torna sotto il fuoco dei bombardamenti. (ISPI)

Un vero e proprio cortocircuito a livello mediatico, quello tra Tel Aviv e Washington, che non aiuta certo alla distensione dei rapporti. (Adnkronos)

Decenni di scontri, guerre, incursioni e invasioni hanno trasformato la Linea Blu nel vero confine terrestre tra Israele e Libano. (Il Fatto Quotidiano)

Israele, l’invasione di terra in Libano e il cortocircuito mediatico con gli Usa: ira di Tel Aviv

Le Idf specificano di aver iniziato attacchi mirati contro Hezbollah. (Il Sole 24 ORE)

Il ministero degli Esteri minaccia vendetta per l’uccisione del generale dei pasdaran Abbas Nilforoushan, sorpreso con il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah nel bunker distrutto dalle bombe penetranti di Israele. (ilmessaggero.it)

A fotografare la situazione, mentre Israele si avvia a completare il mosaico strategico per un'operazione in Libano, è il Guardian, che abbina le informazioni e le news a elementi già visti in passato: il riferimento è in particolare a un'altra celebre uccisione avvenuta nel 1992, quella di Abbas al-Musawi, l'allora segretario generale di Hezbollah, il cui convoglio fu colpito dagli elicotteri israeliani. (Adnkronos)